Indagine choc: 30.000 posti di lavoro a rischio "Subito il tetto al prezzo del gas o sarà la fine"

Le richieste delle associazioni di categoria al nuovo governo: "Le aziende chiudono, non c’è più tempo. Le bollette? Congeliamole"

La stangata sulle bollette produce effetti a catena. Tutti pessimi. Aumentare la capacità di spesa degli italiani mettendoli al riparo da un’inflazione che viaggia ormai velocissima è così la priorità principale per chi siederà a Palazzo Chigi. Mai come oggi la situazione appare drammatica. E anche il distretto trema. Il caro energia, secondo l’ultima indagine di Cna, mette a rischio il 40% delle imprese pratesi e circa 30.000 posti di lavoro. Confindustria, Cna, Confartigianato chiedono interventi rapidissimi, non c’è tempo da perdere: le imprese hanno già iniziato a ridurre gli orari di lavoro per tagliare almeno una parte dei costi mentre le richieste di cassa integrazione fioccano negli uffici del sindacato. Gli imprenditori con le spalle più larghe hanno già iniziato a mettere mano al portafogli per ripianare i buchi di bilancio dovuti al caro bollette. Una agonia per il distretto piegato dal costo dell’energia. Il grido di dolore è unanime mentre i danni ai due gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico fanno impennare nuovamente le quotazioni del gas alla Borsa di Amsterdam.

"Gli imprenditori hanno bisogno di certezze per prendere decisioni e capire come muoversi, il male peggiore è non sapere cosa riserva il domani", commenta Luca Giusti, presidente di Confartigianato Toscana. La prima richiesta al governo è congelare le bollette in attesa che sia più chiaro il mercato: "È necessario bloccare i pagamenti delle bollette che stanno mettendo a rischio la tenuta di centinaia di imprese", aggiunge Giusti. "Non significa che non saranno pagate, ma serve più tempo. È necessario congelare le bollette in attesa di avere indicazioni più chiare su cosa avverrà il prossimo inverno". Un provvedimento d’urgenza per restituire una temporanea boccata d’ossigeno, a cui devono però seguire interventi strutturali: primo fra tutti il tetto al prezzo del gas. "È fondamentale fornire alle aziende indicazioni chiare sul tetto massimo dei costi energetici in maniera da permettere agli imprenditori di regolarsi", aggiunge Giusti. "Anche nel caso in cui sia una corsa al rialzo dei prezzi rispetto ad un anno fa, almeno spazziamo via la totale incertezza che abbiamo oggi e nella quale è impossibile operare". La gravità della situazione è contenuta nei numeri snocciolati da Cna: secondo una recente indagine sono a rischio circa il 40% delle imprese e 30.000 lavoratori. Una ecatombe. "Serve un intervento immediato sull’energia per calmierare i prezzi. Le aziende non hanno più liquidità", interviene Cinzia Grassi direttrice di Cna. "Sono a rischio 15.000 imprese solo su Prato: terrificante". Cna chiede al nuovo governo di intervenire immediatamente introducendo un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas. Parallelamente è necessario aiutare la filiera delle costruzioni revisionando gli strumenti legati al bonus edilizio. "La situazione è grave e le imprese non possono farcela da sole. E’ importante che si faccia qualcosa subito, con urgenza, per diminuire la pressione dei costi, che per la sua entità non può più essere assorbita solo all’interno della filiera produttiva", l’accorato appello di Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord. Anche lei chiede subito un tetto al prezzo del gas, ma anche che vengano sbloccati gli investimenti sulle rinnovabili e che il prezzo dell’energia elettrica sia sganciato da quello del gas.

Silvia Bini