REDAZIONE PRATO

Il viaggio antimafia dei ragazzi di Poggio

La visita "della legalità" promossa dal Comune alla tenuta agricola di Siena confiscata nel 2007.

La visita alla tenuta agricola di Suvignano, confiscata alla mafia nel 2007: gli studenti e i cittadini di Poggio partecipanti con l’assessore Cataldi

La visita alla tenuta agricola di Suvignano, confiscata alla mafia nel 2007: gli studenti e i cittadini di Poggio partecipanti con l’assessore Cataldi

Studenti, genitori, associazioni del territorio e amministratori per una giornata alla scoperta della natura, della bellezza e soprattutto della storia recente di Suvignano. Ha avuto un ottimo riscontro di pubblico il "viaggio della legalità" promosso dal Comune di Poggio a Caiano alla tenuta agricola in provincia di Siena, un bene confiscato alla mafia nel 2007 dopo il lungo lavoro del giudice Falcone.

Dal 2018 la tenuta è passata alla Regione ed è gestita dalla Fondazione Caponnetto che, guidata dal presidente Maurizio Pascucci, organizza campi estivi per ragazzi, scuole, associazioni sul valore della legalità da condividere con le nuove generazioni. Quest’anno, oltre alle celebrazioni in Comune per gli anniversari delle stragi di Capaci e via D’Amelio, l’assessore alle politiche giovanili Patrizia Cataldi ha pensato ad una gita di un giorno alla quale hanno partecipato, oltre agli studenti e genitori, anche appresentanti di associazioni come la Misericordia, i "Giullari", l’Anc e poi gli insegnanti e i cittadini interessati. Maurizio Pascucci ha condiviso con gli ospiti la storia della tenuta, i progetti su di essa per farla rivivere come bene comune, le ricchezze della fauna e della flora, ha parlato di don Pino Puglisi e del magistrato Rosario Livatino, oltre che dei giudici antimafia, che hanno sacrificato la loro vita per ideali di giustizia e legalità. "L’accoglienza che abbiamo ricevuto – dice l’assessore Cataldi – è stata veramente calorosa e ci siamo sentiti tutti coinvolti in un progetto di legalità che vada ben oltre l’operato degli addetti ai lavori, perché il rispetto delle regole, delle leggi, il perseguire il bene comune deve essere prerogativa di tutti. Perché solo così si può sconfiggere la mafia".