REDAZIONE PRATO

Il tracollo dell’ex giardino modello "In Sant’Orsola è finito l’incanto"

Il Comitato Santa Trinita si ritira dalla gestione dello spazio verde: "Senza aiuti non ce la facciamo più". E subito il degrado si impossessa dell’area. La protesta dei residenti: "Illegalità e vandalismi sono tornati"

Entri nei giardini di Sant’Orsola e vedi un uomo di mezza età intento a fumare crack, non curante del fatto che accanto a lui stiano passando ragazzi, adulti, famiglie. Prosegui e trovi la targa della panchina rossa contro la violenza di genere completamente divelta: era stata installata appena un mese fa in occasione dell’8 marzo da Conad e Comune. Arrivi in fondo al vialetto e trovi cestini strapieni, panchine rotte, preservativi gettati nell’erba. Si presentava così ieri mattina il giardino di Sant’Orsola, uno spazio verde che per anni è stato uno dei simboli della rinascita della zona di Santa Trinita, e che oggi versa in condizioni di degrado. Il Consorzio Santa Trinita, come conferma il presidente Renato Nuti, ha mandato disdetta cinque mesi fa del patto di collaborazione che prevedeva una gestione condivisa degli spazi assieme al Comune. E l’addio del Consorzio non è stato compensato da una maggiore presenza del pubblico, consentendo un peggioramento complessivo della gestione dell’area verde.

Stanchi di quanto accade sono residenti e frequentatori dei giardini che ieri mattina si sono ritrovati per protestare. "La vigilanza attiva promossa dal Consorzio è stata fondamentale assieme alle tante iniziative per rilanciare questi giardini", commenta un residente, Franco Aspite. "Qui c’era un responsabile fisso che teneva a bada i ragazzini, ma anche chi voleva entrare per spacciare o drogarsi. Adesso questa figura non c’è più, prestando il fianco a illegalità e vandalismo". I residenti raccontano di avere fatto varie segnalazioni all’Urp del Comune, senza però ottenere risposte dagli assessorati. Nel frattempo è stata contattata Alia per capire chi debba occuparsi di svuotare i cestini e di gestire il verde. Il risultato ottenuto è quello di una pulizia settimanale. "Un passaggio insufficiente per rimuovere i rifiuti che si accumulano nel giardino", prosegue Aspite. Il problema principale resta comunque quello della tossicodipendenza. "Si drogano davanti ai bambini. Un giorno abbiamo beccato uno spacciatore intento a raccontare come si fuma crack ai ragazzini. Abbiamo chiamato la polizia ed è stato perquisito. Purtroppo il giorno dopo era di nuovo ai giardini. Qui serve un presidio fisso, questo giardino va preservato". Ma perché il Consorzio ha rinunciato alla gestione? A spiegarlo è il presidente: "Senza l’aiuto del Comune non avevamo più possibilità di andare avanti. Ci serviva un rimessaggio per i materiali, ma non ci è mai data risposta autorizzativa. Il Covid poi ha rallentato le iniziative e ridotto le finanze complessive".