SILVIA BINI
Cronaca

Il soldato senza nome. Prato rende onore a Giuseppe Nannicini

Il Gruppo sportivo della Polizia Municipale a Mussolente dove sono sepolti i resti del giovane pratese caduto in guerra rimasto a lungo senza identità.

Il. Gruppo Sportivo della Polizia Municipale a Mussolente in provincia di Vicenza

Il. Gruppo Sportivo della Polizia Municipale a Mussolente in provincia di Vicenza

È rientrata da Mussolente, in provincia di Vicenza, la delegazione pratese che ha reso omaggio al concittadino Giuseppe Nannicini, sepolto nel cimitero della cittadina veneta ai piedi del Monte Grappa, teatro della resistenza militare durante la Prima Guerra Mondiale. La visita, organizzata dal Gruppo sportivo della Polizia Municipale, è nata da un legame recente ma profondo tra le due comunità, in seguito al ritrovamento fortuito dei resti del soldato pratese.

La scoperta risale a pochi mesi fa, quando a Mussolente è emersa una cassetta metallica contenente resti umani. Sebbene il nome fosse inizialmente trascritto in modo errato, la data di morte e alcune informazioni parziali hanno permesso, grazie a un paziente lavoro di ricerca, di risalire all’identità di Giuseppe Nannicini, soldato di Prato caduto durante la Grande Guerra. Fondamentale è stato l’impegno dello storico bassanese Loris Giuriatti, che in stretto contatto con il Comune di Prato, in particolare con il servizio anagrafico e l’archivio fotografico, ha ricostruito con accuratezza la vicenda.

Il Comune di Mussolente ha accolto i resti di Nannicini con tutti gli onori, provvedendo a una degna sepoltura e curandone la memoria. L’evento ha avuto anche un importante risvolto educativo, coinvolgendo il Consiglio Comunale dei Ragazzi di Prato, che ha sviluppato un progetto di approfondimento sulla Prima Guerra Mondiale e sul valore della memoria storica.

Durante la visita, la delegazione è stata accolta calorosamente dalla sindaca di Mussolente, Ellena Bontorin, e dagli assessori Paolo Ziliotto (Turismo) e Silvia Pattuzzi (Cultura). Dopo la cerimonia floreale presso la tomba di Nannicini, gli ospiti pratesi sono stati accompagnati lungo i percorsi storici del territorio, tra cui il Sacrario del Monte Grappa, dove riposano i resti di oltre 22.000 caduti italiani e austroungarici, molti dei quali ignoti. Una presenza silenziosa che sottolinea il valore dell’identificazione e del ricordo per restituire dignità ai caduti e conforto ai familiari.

Tra i momenti più toccanti della giornata, l’esibizione della Corale San Martino, diretta dal maestro Leonardo Gabuzzini, che ha accompagnato le celebrazioni con brani solenni. Particolarmente sentita l’interpretazione di Signore delle cime di Bepi De Marzi, eseguita al Sacrario del Monte Grappa, che ha fermato in silenzioso ascolto i molti presenti. "Nessun evento commemorativo nel bassanese si conclude senza questo canto – ha commentato commossa la sindaca Bontorin – È divenuto il tributo più autentico a chi ha perso la vita tra le montagne".

Un viaggio della memoria che ha rafforzato i legami tra le due città e reso omaggio a un giovane pratese che la guerra aveva lasciato senza nome – finché la tenacia e il rispetto non hanno restituito identità e onore.

Silvia Bini