Il rebus dell’Archivio Malaparte "Il Comune vorrebbe comprarlo Pronti a valutare collaborazioni"

L’assessore Mangani ricostruisce i tentativi per acquistare i documenti dello scrittore "Abbiamo incontratro tre volte la Fondazione Biblioteca via del Senato. Alla terza c’era Dell’Utri" .

Il rebus dell’Archivio Malaparte  "Il Comune vorrebbe comprarlo  Pronti a valutare collaborazioni"

Il rebus dell’Archivio Malaparte "Il Comune vorrebbe comprarlo Pronti a valutare collaborazioni"

Nella giornata in cui si ricordava l’anniversario della morte di Curzio Malaparte, è tornata alla ribalta la questione dell’Archivio Malaparte di Milano e l’opportunità che possa trovare stabile dimora a Prato. Un tema caro a Walter Bernardi, presidente dell’Associazione Curzio. Pronta la replica dell’assessore alla cultura Simone Mangani che proprio ieri ha voluto ricostruire i tentativi di portare in città l’archivio.

"L’archivio Malaparte a Prato non ha mai avuto casa. In tre occasioni, tra il 2018 e i primi mesi del 2019, d’intesa con il sindaco Matteo Biffoni, mi sono recato alla Fondazione Biblioteca via del Senato, istituita per volontà di Marcello Dell’Utri, proprietaria dell’archivio. Non di viaggi solitari e informali sto raccontando bensì di una delegazione comprendente anche la consigliera regionale Ilaria Bugetti oltre agli enti di tutela di Toscana e Lombardia. Nella terza riunione, presente Marcello Dell’Utri in persona nella fascia oraria concessagli dalla magistratura, dopo che nelle prime due avevamo avuto modo di incontrare ’solo’ il bibliotecario, procedemmo a dei piccoli saggi sull’archivio, al fine di verificarne la consistenza e - soprattutto - la corrispondenza a quanto dichiarato in atti".

Mangani poi continua: "I saggi - attraverso i quali estraemmo fotografie, lettere, appunti contenuti nelle filze, custodite negli armadi che, uno accanto all’altro, disegnavano corridoi nei sotterranei invero bellissimi della Biblioteca di via del Senato - dettero tutti esito positivo. Manifestai la possibilità di un acquisto da parte del Comune a patto che il prezzo fosse individuato da una perizia validata dalle Soprintendenze (il prezzo pubblicizzato anni prima, pari ad 700.000 euro, era considerato allora abnorme). Nel corso di quella riunione, pur non spendendone il nome, feci capire che c’era un’idea di progetto di valorizzazione che coinvolgeva, oltre al potenziale acquirente Comune di Prato, anche la Fondazione Cassa di Risparmio, disponibile in ipotesi a finanziare, in caso di acquisto, un assegno di ricerca che avesse lo scopo di redigere un progetto di valorizzazione dell’archivio. Purtroppo, la proprietà non si rese disponibile ad una perizia indipendente. Dopo poche settimane ricevemmo notizia dell’inizio di un percorso di adeguamento da parte della proprietà a delle misure di tutela dell’archivio richieste dalla Soprintendenza competente".

Per Mangani "l’archivio Malaparte è un bene straordinario e qui troverebbe competenze e relazioni utili all’unica cosa che realmente conta: la sua tutela e la sua valorizzazione. Il Comune è pronto a valutare ogni collaborazione utile".