REDAZIONE PRATO

Il professore che regalò l’istruzione agli operai

Ex allievi e docenti della scuola Flanagan ricordano la rivoluzionaria figura di Giorgio Giorgi, di cui ricorrono i 100 anni dalla nascita

Ci sono figure che hanno lasciato un segno, ma anche molti frutti nella storia della città. E’ il caso del professor Giorgio Giorgi, insegnante di filosofia e anima della Scuola serale Flanagan, che dal 1965 fino al 1981 ha garantito a centinaia di studenti operai e lavoratori un miglioramento delle proprie condizioni sociali e professionali seguendo i corsi proposti dalla scuola media, all’istituto magistrale, dalla ragioneria ai geometri fino all’università. Un’esperienza di cui Prato deve fare tesoro per guardare con fiducia alla sua complessità sociale fatta di multiculturalità.

Al professor Giorgi, di cui quest’anno ricorrono i 40 anni dalla morte (30 ottobre) e i 100 anni dalla nascita (18 dicembre), Prato ha intitolato una strada, ma forse sarebbe il caso che ne onorasse la memoria con qualche iniziativa. A farlo oggi sono gli allievi e i docenti di allora, di quella esperienza che nel 1971 ebbe anche gli onori della stampa nazionale. La Scuola Flanagan, che ha anticipato i corsi delle 150 ore, ha mosso i primi passi nel 1965 all’interno di una saletta adibita al gioco delle carte del circolo Acli della Chiesanuova - come ricorda Gerardo Gelardi nel volume ’Giorgio Giorgi ... un segno ... una scuola. "Sussisteva l’esigenza di dare vita a un corso che desse la possibilità di conseguire la licenza media a quelle persone che, per ragioni economiche, per esigenze di famiglia o di lavoro, non avevano avuto modo di ottenerlo nel momento giusto". "Mi ricordo aule con grosse lavagne. I miei genitori frequentavano i corsi e io andavo con loro dopo cena", dice oggi Alessio Baldini, direttore del pronto soccorso del Santo Stefano. "Avevo 6 anni: mi mettevo a disegnare e il professor Giorgi guardava i miei disegni e mi stimolava riflessioni. Lì si respirava una scuola viva, che proseguiva anche fuori dalle aule con accese discussioni di filosofia". Sergio Puggelli ha salito le scale della sede di Chiesanuova vedendo "molti ragazzi in tuta da lavoro e con le mani sporche entrare in quel circolo. Io ero un tecnico meccanico, con la Flanagan ho scoperto le materie umanistiche. Nel ’72-’73 ho frequentato le magistrali, poi mi sono iscritto a magistero a indirizzo psicologicoIo, facoltà portata a Prato da Giorgi e dal professor Moravia di Firenze. Mi sono laureato nell’80". Giorgi era un educatore in grado di valorizzare le doti di ciascuna persona. Come nel caso di Renzo Chiaverini, alunno e componente del gruppo musicale della Flanagan. "Giorgi mi ha salvato la vita: sono arrivato lì grazie al passaparola. A 24 anni nel ’70 avevo la quinta elementare, ma per migliorare la mia posizione in fabbrica, avrei dovuto conseguire la licenza media. Seppe che suonavo il basso, riuscì a portarmi nel gruppo che suonava in chiesa, io che ero comunista. Per me è stato un secondo padre".

Fra i docenti incontriamo Emilio Magni che, da studente universitario, ha insegnato italiano alle medie dal ’70 al ’77. "Al di là del titolo di studio era un ambiente in cui molti ragazzi eliminati dalla scuola pubblica ritrovavano motivazioni per studiare. E’ stato un capolavoro di Giorgi, capace di tirare fuori il meglio di ciascuno in un rapporto paritario". "È stata un’esperienza umana fortissima - dice Sandra Magni docente di storia e latino dal ’71 al ’79 - allora facevo il primo anno di università. Talvolta i miei allievi erano più anziani di me. C’era chi aveva fatto la seconda guerra mondiale e quando spiegavo c’era chi quella storia l’aveva vissuta".

Sara Bessi