Il prete dello scandalo La parrocchia fa causa a don Spagnesi "Restituisca i soldi"

Il consiglio dell’Annunciazione ha chiesto indietro i 180.000 euro che il sacerdote ha preso dal conto per comprare la droga. Il religioso non ha lasciato la tonaca: ancora aperto il processo canonico.

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Il prete dello scandalo La parrocchia fa causa a don Spagnesi "Restituisca i soldi"

La parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina ha fatto causa a don Francesco Spagnesi. L’intenzione è quella di riavere indietro i 180.000 euro che il prete ha preso indebitamente (in un arco temporale di poco più di un anno) dai conti della parrocchia per acquistare droga. Si arricchisce di un ulteriore capitolo la tormentata vicenda che ha visto protagonista l’ex parroco della Castellina finito in un giro di droga e festini a luci rosse per soli uomini scoperto casualmente dalla polizia nell’agosto del 2021. Dopo il patteggiamento in sede penale a tre anni e otto mesi per spaccio di droga continuato, truffa nei confronti dei fedeli e appropriazione indebita dei soldi della chiesa dell’Annunciazione, adesso è la stessa parrocchia a farsi avanti. Il consiglio pastorale della parrocchia vuole infatti riavere indietro quei 180.00 euro che Spagnesi ha prelevato dal conto indebitamente per spenderli nell’acquisto di cocaina e gbl. Secondo quanto trapelato, ci sarebbero stati dei tentativi di transazione fra le parti che però sarebbero falliti. Motivo per cui il consiglio pastorale ha deciso di fare causa. La Diocesi è al corrente della faccenda anche se non ha agito direttamente in quanto il denaro di cui Spagnesi si è appropriato indebitamente è di proprietà della chiesa dell’Annunciazione. D’altronde anche il vescovo Giovanni Nerbini è sempre rimasto in disparte, non prendendo provvedimenti di natura personale nei confronti dell’ex sacerdote della Castellina.

Nel frattempo, è emerso che Spagnesi non ha lasciato l’abito talare, come invece era trapelato nell’ottobre scorso. Nonostante tutto, Spagnesi è ancora sacerdote anche se il vescovo gli ha inibito la possibilità di dire messa e impartire i sacramenti. Il procedimento canonico (che ha come pena massima la riduzione allo stato laicale) è quindi tutt’ora aperto. Il procedimento – chiesto dalla stessa Diocesi che ha raccolto il materiale contro il parroco inviandolo in Vaticano – è piuttosto lungo visto che è passato più di un anno e mezzo dai fatti. Senza considerare che Spagnesi prende ancora un sussidio (sarebbero poche centinaia di euro) in quanto è a tutti gli effetti sacerdote. Sarà la stessa Diocesi a comunicare l’esito del processo canonico quando finalmente si sarà chiuso.

La nuova tegola, però, per l’ex "amato" prete della Castellina è quella della causa civile: i soldi che deve restituire sono davvero tanti. Spagnesi è finito nei guai a fine agosto 2021 quando fu fermato in auto insieme al compagno, Alessio Regina, dopo che i due avevano appena ritirato da uno spedizioniere una bottiglia contenente gbl (la potente droga dello stupro, capace di togliere qualsiasi freno inibitore) arrivata dall’Olanda. Regina venne arrestato per traffico internazionale di stupefacenti mentre Spagnesi finì ai domiciliari una ventina di giorni dopo quando fu interrogato in Procura. Il sacerdote raccontò candidamente di fare uso della droga e di cederla durante festini hard per soli uomini organizzati da lui e dal compagno. Inoltre, ammise di aver preso i soldi per acquistare il grande quantitativo di droga dal conto della parrocchia (da qui l’accusa di appropriazione indebita) e di aver chiesto soldi per i poveri ai fedeli dell’Annunciazione quando la Diocesi gli tolse la possibilità di azione sul conto corrente dopo che erano stati scoperti i pesanti ammanchi.

Laura Natoli