Il caro energia è insostenibile per le imprese "Tra pochi mesi saremo destinati a chiudere"

Cna ha incontrato a Roma i rappresentanti del governo. Calabria: "Servono subito riforme che diano un sostegno alle pmi"

Esempi concreti su cui far leva per convincere il governo che la partita del caro energia non è più rimandabile. Testimonianze di imprese strozzate dalle bollette che in pochi mesi sono aumentate del 40% rendendo la produzione non più redditizia e aprendo la porta allo spettro della chiusura. Anche Prato alza la voce. Cna ha partecipato ieri a Roma all’incontro organizzato all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, portando le testimonianze degli artigiani davanti ai rappresentanti dei gruppi parlamentari, del sottosegretario Laura Castelli e di Massimo Ricci di Arera (l‘Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ai quali è stato consegnato un documento con le proposte di riforme ormai improrogabili. Le Pmi pagano le bollette energetiche più care d’Europa e questa emergenza richiede soluzioni non più rinviabili. "Un’emergenza che nei casi più gravi ha visto triplicare la bolletta delle imprese", dice Elena Calabria, vicepresidente nazionale di Cna. "Questo rischia non solo di inficiare la ripresa economica, ma prospetta anche la sospensione della produzione di alcune attività, anche a fronte degli aumenti dei prezzi delle materie prime che continueranno a crescere". Il 33,5% della bolletta di una piccola impresa è occupato da voci di finanziamento che niente hanno a che vedere con il costo dell’energia: "L’attuale choc energetico ha indotto il governo ad adottare strumenti emergenziali ma di pari passo serve un indirizzo politico chiaro e univoco verso la riforma della struttura della bolletta", aggiunge Calabria sottolineando la necessità di sfuttare l’opportunità offerta dal Pnrr per agevolare la transizione ecologica. Francesco Viti, imprenditore e presidente della Filiera della moda di Cna ha portato sul tavolo romano esempi concreti: "Nel nostro distretto, dove la produzione è articolata in migliaia di piccole e piccolissime imprese, stiamo vivendo un vero e proprio incubo: bollette che sono raddoppiate, in alcuni casi addirittura triplicate da un mese ad un altro e rispetto all’anno precedente, con fatturati mensili che non hanno in alcuni casi raggiunto i livelli di produzione pre-pandemia", spiega.

"Le nostre imprese sono derise due volte: perché pagano un’incidenza dei costi energetici sul fatturato mensile del 20% oltre a non avere agevolazioni perché pur essendo ’grandi consumatrici di energia’ non beneficiano del riconoscimento dello status di imprese energivore. E’ urgente - chiude Viti - procedere alla revisione dei criteri per l’accesso alle agevolazioni per le imprese energivore, da cui le nostre imprese sono attualmente escluse,e riforme urgenti che ci permettano di fare impresa. Altrimenti ci vedremo costretti a sospendere la produzione o in alcuni casi, ancor peggio, a chiudere le nostre attività".