REDAZIONE PRATO

"I robot ci aiuteranno a migliorare la vita"

Dopo gli studi a Prato, dal 2015 vive negli Usa e insegna alla Dartmouth College. La storia di Alberto Quattrini Li, volato all’estero con un ruolo di prestigio

Le scuole pratesi sono in grado di sfornare ragazzi pieni di talento che all’estero rendono lustro alla città in differenti ambiti della cultura e della scienza. E’ il caso di Alberto Quattrini Li, classe 1987, nato a Pistoia, ma cresciuto e formato nella città di Malaparte dall’infanzia fino alle scuole superiori (istituto San Giuseppe, Pier Cironi e liceo scientifico Copernico). Dal 2015 vive negli Stati Uniti: alla fine del dottorato ha seguito una carriera accademica, prima arrivando alla University of South Carolina dove è stato post-doc e research assistant professor fino alla Dartmouth College, dove è assistant professor (equivalente del ricercatore di tipo B in Italia) nel dipartimento di informatica.

Quanto hanno influito le scuole pratesi nel suo lavoro?

"Le scuole hanno influito in modo positivo sulla mia formazione. Alle elementari la maestra, suor Filiberta, mi ha sempre stimolato in direzioni diverse. Uno dei professori che mi ha ispirato a seguire l’indirizzo scientifico è stato il professor Primerano, insegnante di matematica. Ho scelto il liceo scientifico con indirizzo informatico: qui mi sono addentrato nel mondo dei computer e della programmazione grazie alla professoressa di Giovanna Pelli".

Quale è stato il suo percorso di studi?

"Ho intrapreso un percorso in ingegneria informatica, iniziato all’Università di Pisa per la triennale e completato con il voto di 110 e lode al Politecnico di Milano, dove ho fatto la specialistica e il dottorato. Al Politecnico ho scoperto la passione per la robotica. Ho fatto una tesi in cui ho sviluppato tecniche per far sì che robot multipli possano esplorare in modo autonomo ambienti sconosciuti tipo il soccorso in ambienti disastrati o l’esplorazione planetaria".

Come mai non ha trovato uno sbocco lavorativo in Italia?

"Purtroppo in Italia non ci sono investimenti sostanziali in questo ambito, sia nel mondo industriale che nell’ambito accademico, dove non è semplice entrare visto che ci sono poche posizioni aperte all’anno. Per questo motivo ho cercato altre opportunità".

Qual è il suo ruolo al Dartmouth College?

"Insegno agli studenti corsi di robotica, intelligenza artificiale, e informatica. Faccio ricerca su come rendere i robot autonomi e a basso costo, in grado di aiutare a risolvere problemi di stringente attualità come quelli ambientali. Uno dei progetti riguarda lo studio delle fioriture algali, dannose per l’ambiente e la salute, attraverso nuove tecnologie robotiche. Nel laboratorio sviluppiamo barche e sottomarini robotici autonomi".

Quanti finanziamenti ha ricevuto per il suo progetto?

"Ho ricevuto 6 milioni di dollari e gestisco collaborazioni con un discreto numero di altre università in Usa".

Ci sono soluzioni che derivano dalla sua ricerca che potrebbero aiutare Prato?

"Un’applicazione applicabile a Prato è l’uso dei robot acquatici per il monitoraggio del Bisenzio. Inoltre robot autonomi potrebbero servire per avere ambienti più sicuri in quest fase di pandemia".

Come ha visto cambiare Prato nel tempo?

"Ho piacere di ritrovare Prato con le sue tradizioni e noto un certo dinamismo nell’innovarsi. Gli stranieri sembrano essere più integrati e forse questo può esser merito della scuola. Sarei contento di contribuire a questi cambiamenti mettendo la mia esperienza al servizio degli studenti".

Sara Bessi