
I giovani riscoprono il tessile. Ecco i nuovi filatori e tessitori: "Ho lasciato il settore sanitario"
Avere la prospettiva di un futuro. Vale per i giovani, vale per le aziende. È il doppio binario sul quale viaggiano i corsi di formazione tessile organizzati al Buzzi in collaborazione con Manpower e destinati a formare e reclutare manodopera specializzata. Un treno che è passato e sul quale sono saliti Elia, Ibtehaj, Mattia, Mondal e tanti altri. Ragazzi che non avevano una prospettiva lavorativa valida davanti a sé e che adesso si trovano con un contratto a tempo indeterminato in tasca. Lavori da filatore, tessitore, ma anche impiegato di rifinizione, una nuova figura di cui c’è sempre più necessità. Contratti stabili con stipendi di tutto rispetto che oscillano tra 1500 e 1800 euro al mese.
Il posto fisso, appunto, che ha permesso a Modal Azzad, 23 anni, arrivato in Italia con lo status di rifugiato internazionale dal Bangladesh, di avere oggi, a distanza di un anno dal suo arrivo, un lavoro sicuro, una casa e una prospettiva. Dopo un corso per imparare l’italiano, si è iscritto a quello di operaio tessile qualificato e in meno di dieci mesi ha firmato il contratto a tempo indeterminato.
"Con il lavoro sicuro ho potuto trovare una casa in affitto e oggi riesco a mandare soldi alla mia famiglia. Un passo decisivo nella mia nuova vita", dice sorridendo e battendosi la mano sul petto.
Stesso percorso per Ibteha Shazas, 30 anni che invece è arrivato a Prato insieme alla famiglia. "Con mio padre – racconta – lavoriamo nel settore tessile, ora ho una qualifica e questo mi permette di avere maggiori sicurezze". Ma c’è anche la storia di Elia Bini, 28 anni, un passato nel settore sanitario poi la decisione di cambiare completamente e l’occasione fornita dal tessile. "Volevo cambiare lavoro, ma non avevo certezze – dice –. Poi è capitata l’occasione dei corsi di formazione al Buzzi, ho frequentato anche lo stage e adesso ho un contratto in tasca. Farò del mio meglio, è un settore affascinante che mi potrà dare soddisfazioni".
E c’è Mattia Boretti, appena 19 anni, diventato impiegato di rifinizione: si tratta di una nuova figura intermedia tra il reparto della produzione e gli uffici.
"Finora non avevo trovato la mia strada – spiega – conoscendo il settore della moda sono rimasto affascinato e sono entusiasta, ho trovato una opportunità concreta di vita". Sono dieci i corsisti che hanno da poco terminato il loro percorso ottenendo la qualifica di addetto alla filatura, tessitura e nobilitazione, la metà ha già un contratto.
"Abbiamo organizzato un corso – spiega Lisa Baldini – che dia una conoscenza di tutta la filiera, in modo che ciascuno poi possa trovare la sua strada".
Le lezioni sono gratuite e aperte a tutti senza limiti di età né di formazione scolastica. Si tratta di 160 ore intensive svolte al Buzzi da docenti della scuola, imprenditori e esperti insieme a Manpower che si occupa invece della parte relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Dopo il debutto sono già una quarantina i non occupati che grazie a questo progetto hanno trovato lavoro.
"Spesso i giovani credono che l’Eldorado sia all’estero, ma per il tessile è decisamente a Prato, qui ci sono opportunità e c’è la possibilità di lavorare in un settore che è l’eccellenza nel suo campo", dice Maurizio Sarti della Faliero Sarti, che ha partecipato al progetto ospitando stage. Un plauso arriva da Lorenzo Marini di Giolica: "Quello che dobbiamo capire è che nel distretto è concentrato un bagaglio di saperi che non può andare perso. L’impegno è trasferire le conoscenze alle nuove generazioni e questi corsi ci aiutano nel ricambio generazionale". Prato che non abbassa mai la testa nonostante le crisi, la pandemia e adesso l’alluvione: "Le aziende pratesi investono anche nel personale – chiude Vincenzo Cangioli titolare del Lanificio Cangioli e Penta-Rif – e quando i clienti vengono in fabbrica si accorgono che a fare la differenza sono proprio le persone".
Silvia Bini