I Comuni incassano i soldi dei ristori Ma non sanno se possono spenderli

Stanziati 884.000 euro per tutte le amministrazioni della provincia: Prato fa la parte del leone con 764.000. Ma resta da capire come erogare questi contributi senza andare incontro a contestazioni dall’Europa

I ristori dello Stato sono arrivati nelle casse dei Comuni, ma adesso bisognerà capire come e quando spenderli. Per la provincia pratese sono stati stanziati da Roma 884.000 euro a titolo di saldo di fine anno, per aiutare i bilanci delle amministrazioni a fare fronte alle minori entrate per Imu (riferita alle esenzioni per alberghi, immobili fieristici, discoteche, cinema e teatri), imposta di soggiorno e tassa sull’occupazione del suolo pubblico in sede fissa e ambulante. La ripartizione si basa sul numero di residenti e di attività presenti nel territorio: a fare la parte del leone è quindi il Comune di Prato con 764.000 euro di introiti, seguito da Montemurlo, 37.000, Poggio a Caiano (32.000) e Carmignano (18.000). In Valbisenzio in totale arrivano 32.000 euro, garantiti per lo più a Vaiano (quasi 25.000 euro). Come detto si tratta del saldo, perché in precedenza, a fine luglio. era arrivato in provincia un acconto da 641.000 euro. Fra i tecnici dei vari Comuni è ora in atto una discussione su come utilizzare questi fondi: possono essere spesi entro fine anno sotto forma di ristori per le attività in questione (commercianti, ambulanti, turismo e mondo dello spettacolo) oppure vanno accantonati per coprire un eventuale deficit nel bilancio consuntivo? I Comuni spingono per potere utilizzare subito le risorse. Non a caso il Comune di Prato sta pensando di programmare l’ultimo consiglio comunale dell’anno dopo Natale per approvare un’ultima variazione di bilancio. "Alcune delle risorse arrivate egli scorsi mesi le abbiamo già utilizzate per interventi legati alle conseguenze del Covid", spiega l’assessore al bilancio Benedetta Squittieri. "Penso alle agevolazioni Tari per le attività costrette alla chiusura durante il lockdown oppure agli interventi per contingentare il mercato del lunedì, all’acquisto di termoscanner o dei dispositivi di protezione individuale per i dipendenti comunali. Purtroppo sull’utilizzo di questa ultima tranche di risorse c’è molta incertezza".

Al Comune di Prato sono stati riconosciuti 280.000 euro per le mancate entrate legate alla tassa di soggiorno, 400.000 euro per la partita legata alla tassa di occupazione del suolo pubblico per attività commerciali e ambulati, e infine 84.000 euro per le minori entrate Imu dei settori turismo e spettacolo. La speranza dei Comuni è quella di potere reinvestire almeno in parte le risorse per aiutare le attività in difficoltà, ma la questione è spinosa. "Nella prima metà di dicembre ci sarà un approfondimento tecnico sugli aiuti di Stato – conclude Squittieri – Stiamo aspettando dei chiarimenti a livello nazionale su come i Comuni possono erogare contributi senza andare a violare i regolamenti imposti dall’Europa".

Stefano De Biase