I circoli Arci non vogliono l’aiuto della destra "Noi e loro separati da valori troppo diversi"

Opposizione spaccata dopo la proposta di Fratelli d’Italia ("fondi pubblici per sostenerli"). E i diretti interessati cosa ne pensano?. Cavaciocchi: "La proposta di Belgiorno non è stata concordata". Acli e Mcl: "Senza sostegni non avremo le forze per riaprire"

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di Stefano De Biase

Dopo le polemiche e le spaccature all’interno del centrodestra sui contributi pubblici alle case del popolo, i circoli si fanno sentire. Arci, Acli e Mcl non ci stanno a passare come "privilegiati", bensì difendono il proprio ruolo "sociale e aggregativo". Una rivendicazione della loro valenza sul territorio che viene portata avanti con una presa di posizione congiunta con cui chiedono da un lato contributi al Comune e dall’altro la riduzione di Tari e Imu. "Penso che il centrodestra non sappia nemmeno di cosa si parli", accusa Enrico Cavaciocchi, presidente provinciale dell’Arci, dopo le critiche arrivate alla proposta di Claudio Belgiorno (Fdi) che chiede di istituire un fondo per sostenere queste realtà con soldi pubblici. "Noi paghiamo l’Imu come tutti, certe prese di posizione hanno il solo obiettivo di screditare tutto il nostro movimento. Alle istituzioni chiediamo di potere restare in vita".

I circoli chiedono provvedimenti urgenti al Comune. "Abbiamo parlato con il sindaco Biffoni per chiedere contributi e sgravi sulle bollette e sulle tasse", prosegue Cavaciocchi. "Noi, come Arci, invece non chiediamo niente al centrodestra. I nostri sono mondi molto lontani. E lo stesso vale per la proposta di Belgiorno che non è stata in alcun modo concordata. Noi ci rivolgiamo solo a chi ha i nostri stessi principi e un sentire comune". Il presidente dell’Acli Agostino Mazzella invita invece a non portare avanti "una guerra fra poveri". "Aiutare i circoli non significa escludere dai contributi bar e negozi. Entrambe le categorie hanno diritto ad essere aiutate dalle istituzioni. Per quello che ci riguarda, molti circoli rischiano di non avere le forze per riaprire. Purtroppo a livello nazionale ci hanno dato solo le briciole, ora ci auguriamo di avere il sostegno delle istituzioni locali. Anche perché questo è il periodo del rinnovo delle tessere, che purtroppo rischia di vedere adesioni in netto calo". Il presidente provinciale dell’Mcl, Dario Ercoli, confuta la tesi della mancanza di spese per i circoli. "E’ vero che non abbiamo scopo di lucro. Ma i costi fissi restano, come ad esempio le bollette della luce, del gas e della Tari. Quella del centrodestra mi sembra una polemica pretestuosa". L’idea di istituire un fondo per circoli, associazioni e terzo settore ottiene un coro di consensi trasversale. Favorevole è anche il presidente della Croce d’Oro, Alessandro Coveri. "Le associazioni hanno bisogno d’aiuto ora più che mai. Questo è un momento dove ci sono meno volontari per paura del rischio contagio ma le spese restano sempre le stesse. Quindi i ristori, oltre ad essere auspicabili, sono pure necessari". A invocare l’intervento dell’amministrazione comunale è pure don Vittorio Aiazzi, presidente del circolo I Ciliani. "Abbiamo aperto al Sacro Cuore nel 1967 ma in 50 anni di attività non abbiamo mai vissuto un momento difficile come questo. I circoli non sono solo luoghi di aggregazione, ma danno lavoro anche a tre famiglie. Le iniziative che organizziamo ci permettono di sopravvivere e le limitazioni imposte dalla pandemia ci hanno messo in ginocchio. Non abbiamo ricevuto nessun ristoro né dallo stato né dalla Regione". Don Aiazzi entra nel merito anche della polemica sugli aiuti ai circoli. "Troviamo assurdo leggere certe polemiche fra chi vuole aiutare il terzo settore e chi no. Questi contributi per noi sono vitali. In questo momento storico non esistono né colori né bandiere: bisogna aiutare tutti".