"I cinesi chiedono maggiori controlli Ma inizino a denunciare di più"

La richiesta del console Wang Wengang durante l’incontro in prefettura sul tema delle rapine violente. L’invito di Cogode: "Ogni singolo episodio di criminalità va denunciato. E limitare l’uso dei contanti"

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Più telecamere e pattugliamenti. Li ha chiesti ufficialmente Wang Wengang, il console generale della repubblica popolare cinese a Firenze durante l’incontro in prefettura tenuto ieri mattina nell’ambito della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il vertice era stato convocato dal prefetto Adriana Cogode per affrontare i malumori all’interno della comunità cinese per furti, rapine, scippi e violenza. Episodi che avevano spinto la frangia più insofferente a questa situazione a convocare e poi revocare una manifestazione in piazza del Duomo incentrata sull’allarme sicurezza. Il console ha confermato la preoccupazione all’interno della comunità orientale, chiedendo di rinnovare la collaborazione con istituzioni e forze dell’ordine pratesi. "I cittadini cinesi chiedono più controlli, più pattugliamenti e più telecamere – spiega il console –. L’attenzione a Prato c’è già, ma gli ultimi episodi hanno portato alla richiesta di un maggiore presidio. Anche i cinesi però devono avere più fiducia nelle istituzioni italiane. Devono iniziare a denunciare gli episodi di criminalità e mantenere comportamenti più attenti. Ad esempio devono viaggiare con meno contanti in tasca, chiudere bene porte e finestre di casa, e rispettare le regole. Questo è un messaggio chiaro che mandiamo a tutti i cinesi".

Il console ha anche spiegato il senso della manifestazione che si sarebbe dovuta tenere in piazza del Duomo questo pomeriggio. Nessun atto di ostilità verso le istituzioni italiane, bensì un modo "per attirare l’attenzione sul problema" e per chiedere "un intervento risolutivo delle istituzioni". Prefettura, forze dell’ordine e Comune (rappresentato dagli assessori Mangani e Leoni) si sono presentati all’incontro dati alla mano. Dai numeri è emerso che nell’ultimo anno e mezzo c’è stato un lieve aumento di episodi di criminalità ai danni dei cittadini cinesi (numeri in realtà resi un po’ meno attendibili dalla pandemia). Al contempo però questi dati sono parziali, perché le denunce provenienti dagli orientali sono poche e non rispettano fedelmente quanto accade a Prato. Basti pensare che alla Stazione dei carabinieri di Iolo in un anno sono arrivate solo 20 denunce di questo tipo da parte dei cinesi, nonostante lì accanto ci sia una delle zone produttive col maggiore giro di contanti (e quindi di criminalità) della città.

"Abbiamo rinnovato al console e alla comunità cinese la nostra disponibilità al dialogo – dice il prefetto Cogode -. Al contempo però abbiamo ribadito che l’attenzione sui Macrolotti è la stessa che viene posta su qualsiasi altra zona di Prato. Il punto di partenza per debellare questo fenomeno e per averne totale contezza è quello di vedere denunciato ogni singolo episodio di criminalità. Solo così si può avere un quadro completo di quanto accade a Prato. Tramite il consolato, inoltre, abbiamo chiesto di aiutarci a diffondere nella comunità cinese il messaggio di denunciare e di limitare l’uso dei contanti".

La disponibilità di prefettura e forze dell’ordine a effettuare servizi mirati quindi c’è, ma prima si vogliono avere dati certi che permettano di capire anche a quali strade porre maggiore attenzione. Sulle telecamere invece il sistema pratese viene considerato molto efficiente e ben dislocato su tutto il territorio, soprattutto alla luce degli ultimi innesti garantiti dai bandi ministeriali. "Ma se emergeranno punti scoperti – conclude il prefetto –, allora siamo disponibili ad avviare un dialogo col Comune per comprendere come e dove intervenire".

Stefano De Biase