Hub del tessile: i contrari si fanno sentire "Noi maltrattati, perché nessuno ci ascolta?"

Un centinaio di persone manifesta a Baciacavallo: "Qui vicino ci sono quartieri da 24.000 persone, l’impatto sarà devastante"

"La misura è colma. Ci rifiutiamo": recita così lo slogan che accompagnava ieri la manifestazione organizzata dall’Osservatorio ambientale di Prato per dire di "no" al progetto che prevede la realizzazione dell’hub del riciclo tessile nella zona accanto a Gida in via di Baciacavallo. Si sono presentati in circa un centinaio, fra giovani e meno giovani, per alzare la voce. Tutti residenti di Cafaggio, Paperino e Fontanelle, oltre ai rappresentanti dei vari comitati, arrabbiati per essere stati trascurati al momento della scelta dell’ubicazione dell’hub, che a detta dei cittadini delle frazioni coinvolte andrà a peggiorare, una volta realizzato, una situazione già di per sé critica a livello di inquinamento ambientale. "Da ormai 30 anni vediamo questa zona della città maltrattata. Non c’è più uno spazio verde e questo non può essere, dato che ci troviamo vicino a quartieri in cui abitano oltre ventiquattromila persone", attaccano Sonia Fligor e Benedetta Gori del Comitato In Difesa della SalutePrato sud.

"Qui, ad esempio, si registra un preoccupante tasso di tumori: il rischio relativo è di 2,28, ossia più del doppio rispetto alle altre zone del territorio. Hanno scelto questo sito dopo averne valutati altri 13. Beh, qui ci sono quattro motivi escludenti, ossia la presenza degli elettrodotti, del gasdotto che è quello a maggiore pressione di tutta Prato, del turbocompressore cogenerativo e dell’impianto Falda 2. Senza contare che le case di Paperino sono a una distanza inferiore ai 200 metri e la scuola elementare è a 60 metri. E’ giunta l’ora di finirla di distruggere l’ambiente". A Sonia fa eco Erica Tedino del Comitato Atto Primo: Salute Ambiente Cultura. "La zona sud della città è quella più critica per quanto concerne il problema dell’inquinamento, su questo non ci sono dubbi. Secondo un’analisi effettuata con il nostro comitato, la situazione di questa porzione di territorio è davvero preoccupante considerando tutte le fonti inquinanti, che possono causare diverse patologie. Ecco perché chiediamo che venga tutelata innanzitutto la salute dei cittadini. Con la nascita dell’hub, è chiaro che il traffico aumenterà e quindi la qualità della vita peggiorerà ulteriormente". Al centro della contestazione non c’è solo l’hub del riciclo tessile, ma anche il progetto dell’essiccatore dei fanghi di Gida e il nuovo capannone che dovrà essere costruito a Cafaggio per fare posto a un’azienda della logistica. "Sono qui da 40 anni e stiamo andando di male in peggio. E’ da tempo immemore che ci battiamo contro l’inceneritore per rifiuti speciali", dice Sergio Benvenuti del Comitato ambientale di Casale. "Quello che ci fa più arrabbiare è che i cittadini coinvolti non siano mai stati ascoltati e loro opinioni mai prese in considerazione. Gli unici incontri sono avvenuti a cose ormai decise. Andrebbero almeno realizzati dei boschi urbani così da mitigare l’inquinamento. Ce ne sarebbe bisogno".

Francesco Bocchini