
I professionisti che lavorano all'Hospice
Prato, 2 novembre 2019 - Il Fiore di primavera , l’hospice di piazza del Collegio che fa capo all’Asl pratese, è diventato il modello pilota per le altre realtà presenti in Toscana, grazie all’elevata esperienza unita all’umanità che caratterizza l’equipe coordinata dalla dottoressa Sabrina Pientini. Un esempio che ha aperto la strada per avvicinarsi al fine vita e al sostegno a chi è nella sofferenza per una malattia che riassume nel nome stesso della struttura, il fiore di primavera, l’essenza dei servizi e della disponibilità che tante persone vi hanno trovato. Presto l’hospice lascerà questa sede per un’altra più adeguata (si parla di una struttura fuori dal centro storico), ma intanto la dottoressa Pientini, che dirige anche Empoli ed è responsabile per le cure palliative per la Regione Toscana, ha completato il gruppo di lavoro che giorno e notte segue i pazienti sia in struttura che a domicilio. Senza dimenticare il ruolo importantissimo dei volontari presenti con File-Fondazione italiana di leniterapia, che mette a disposizione medici, psicologo e fisioterapista.
La squadra di professionisti molto motivati a disposizione prevede anche due medici dell’Asl, oltre ad operatori socio sanitari ed infermieri, alcuni dei quali appartengono al servizio domiciliare. Il gruppo è formato dai medici Cecilia Pagli, Stefano Capecchi, Valentina Bambagioni, Paolo Bartolini, Duccio Romagnolo, Carla Zeloni, la psicologa Erica Cialdi, il fisioterapista Alessio Travelli e la psicologa Michela Zaccherini.
«Lavoriamo 365 giorni all’anno, 24 ore su 24 con reperibilità notturna - dice Pientini - Ci sono criticità legate ad alcune zone limitrofe dove mancano gli infermieri, ma assicuriamo una guardia attiva e sul territorio ci prendiamo carico di una cinquantina di persone. Nell’hospice ci sono dieci posti, sempre completi: nel 2018 sono state circa 200 le persone prese in carico. Il nostro obiettivo non è l’ospedalizzazione del paziente ma una presa in carico che si cerca di fare in modo precoce per ottenere una maggiore efficacia della cura palliativa su pazienti oncologici o non oncologici».
Fra i servizi c’è l’ambulatorio due volte a settimana in oncologia ed il progetto «Oltre il ponte» portato avanti da un medico in ospedale, che può intervenire su chiamata dei colleghi ospedalieri e non. «Cerchiamo di far conoscere il ruolo delle cure palliate non solo ai cittadini ma anche ai colleghi, perché non sempre si ha chiaro quale sia il compito a noi affidato e quali percorsi si seguano per garantire il diritto alla non sofferenza contemplato nella legge sul consenso informato, la 219 del 2017 - sottolinea la dottoressa Pientini - Da noi vengono medici ed infermieri anche da altre realtà dell’azienda Toscana centro per seguire dei corsi di training on the job. Fra i nostri scopi c’è quello di non associare il termine cure palliative al fine vita, ma dare più importanza alla parola cura, abbattendo i tanti tabù intorno a questa pratica».
Una prospettiva diversa che la dottoressa Pientini si sta impegnando a far conoscere, partendo dalla presa in carico precoce degli ammalati, spesso nelle loro abitazioni o nelle case di riposo per evitare che il paziente sia ospedalizzato fino alle consulenze sulle terapie del dolore, che superano il centinaio di casi. E poi al Fiore di primavera si praticano terapie complementari per il benessere psicofisico e ci si occupa del lato spirituale con yoga, arte terapia, agopuntura, musicoterapia, aromaterapia. «Volevamo creare una sala multiculto - conclude Pientini - perché qui arrivano tanti stranieri di credi differenti. Ne riparleremo nella nuova sede».
Sara Bessi