REDAZIONE PRATO

Guerra dell’acqua, fumata nera in assemblea

Il socio privato di Publiacqua diserta per la seconda volta la riunione per votare il nuovo statuto. E la parte pubblica pronta alle vie legali

La guerra dell’acqua è ufficialmente iniziata. Ieri pomeriggio il socio privato di Publiacqua, Acque Blu Fiorentine (cioè Acea, Mps e Suez che tutte assieme detengono il 40% delle quote del gestore del servizio idrico) ha disertato l’assemblea dei soci in cui si doveva mettere in votazione il cambio di statuto della società. Modifiche che consistevano nell’adesione al percorso di valutazione del processo di aggregazione con Alia e Consiag (per costituire la multiutility dei servizi pubblici toscani) e nella perdita da parte dei soci privati del diritto di nominare l’ad.

Si tratta della seconda assemblea dei soci consecutiva che viene disertata da Acque Blu Fiorentine (la prima si sarebbe dovuta tenere il 18 giugno), impedendo di fatto di mettere ai voti il cambio di statuto, visto che serve il 66% dei voti favorevoli per poterne apportare le modifiche. La situazione di stallo è così conclamata e nei prossimi giorni i soci pubblici la formalizzeranno a livello giuridico.

Cosa significa? Secondo i patti parasociali di Publiacqua se nei prossimi tre mesi pubblico e privato non troveranno un accordo, allora i Comuni potranno liquidare Acque Blu Fiorentine tornando in possesso del 100% delle quote. C’è un però. I patti parasociali sono scaduti il 30 giugno e qui si aprirà una battaglia legale: secondo i Comuni i termini sono ancora validi perché è stato "l’ostruzionismo" del privato a impedire la svolgimento della seconda assemblea dei soci il 26 giugno. Secondo Acque Blu Fiorentine, invece, fa fede la data di ieri, 8 settembre, e quindi il diritto di potere ricomprare le quote da parte dei Comuni è ormai scaduto. Dopo la guerra del gas, quindi il nostro territorio si appresta a vivere la guerra dell’acqua a colpi di carte bollate. Stavolta però un orizzonte temporale c’è: il 2024, quando la concessione di Publiacqua arriverà a naturale scadenza. L’altra incognita è di tipo economico: quanto costa liquidare il socio privato? E dove trovare i fondi?

Si parla di una cifra che si aggira fra i 150 e 200 milioni di euro in base all’ultimo valore stimato dell’azienda e agli anni rimanenti di concessione. L’invito alla "collaborazione" lanciato ieri mattina sulle pagine de La Nazione dal presidente di Acqua Toscana (che detiene il 53% delle quote dei soci pubblici di Publiacqua, comprese quelle di Prato, Vernio, Poggio a Caiano e Montemurlo), Simone Faggi è così caduto nel vuoto. Il rischio è di andare allo scontro in questi ultimi tre anni di gestione dell’azienda, con tutto quello che ne può conseguire nelle scelte strategiche sugli investimenti nei territori.

Stefano De Biase