Gli imprenditori lasciati soli: "Sottovalutata la gravità dei danni. Niente moduli per chiedere fondi"

Il presidente di Confindustria: "Gli aiuti promessi da Tajani? Per ora poco di concreto. Stop alle tasse"

Gli imprenditori lasciati soli: "Sottovalutata la gravità dei danni. Niente moduli per chiedere fondi"

Gli imprenditori lasciati soli: "Sottovalutata la gravità dei danni. Niente moduli per chiedere fondi"

Il dopo-alluvione nelle aree del pratese, nei comuni fiorentini del distretto tessile e nel pistoiese è difficile di per sé ma anche a tratti mortificante per la percezione che si ha di una insufficiente consapevolezza delle istituzioni rispetto alla gravità di ciò che è accaduto. A dire il vero la partenza era stata buona: l’arrivo a Prato del vicepresidente del Consiglio Tajani a pochissimi giorni dal disastro era apparso di buon auspicio, con la dichiarazione puntuale delle cifre degli aiuti per le aziende esportatrici e le loro filiere - cifre non ingentissime ma comunque significative - e varie proposte di iniziative per consentire alle imprese di ripartire.

A venti giorni da quella visita, però, ben poco si è concretizzato: giusto la moratoria per i prestiti Sace e poco altro. Essendo oltretutto ancora in corso la ricognizione dei danni da parte della Regione Toscana, per i contributi a fondo perduto non esistono ancora nemmeno i moduli di richiesta; gli interventi Simest non sono partiti; dell’ammortizzatore sociale unico, inoltre, non si parla affatto. Per quanto riguarda poi la moratoria per i mutui, le banche hanno tempo 30 giorni dall’entrata in vigore dell’Ordinanza 1037 del Dipartimento della Protezione Civile per informare la clientela sulla possibilità di richiedere la moratoria. Va tenuto conto comunque che per le banche vi è una criticità legata al fatto che la concessione di moratorie per i mutui può rappresentare un elemento peggiorativo per il proprio capitale, imponendo l’accantonamento di eventuali maggiori risorse. Per completezza, anche per le aziende operazioni del genere non sono prive di contraccolpi negativi: con la concessione della moratoria viene riconsiderata la loro posizione creditizia, con un possibile declassamento del proprio merito creditizio; molte imprese stanno valutando se sia per loro conveniente o no avvalersi della moratoria.

Un capitolo a parte è quello della sospensione delle scadenze e adempimenti fiscali: il termine del 16 novembre, rilevante soprattutto per l’Iva, le ritenute fiscali e i contributi previdenziali, è passato senza che sia stato fatto nulla e quindi si è assistito allo spettacolo avvilente di aziende ancora coperte di fango che hanno dovuto pagare; per quelle che non lo hanno fatto chiediamo una sanatoria, altrimenti queste aziende alluvionate dovranno imbarcarsi nelle pratiche del ravvedimento operoso. Ma ora c’è un’altra scadenza, importante per gli acconti Ires e Irap: quella del 30 novembre. Assieme al presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi ho contatti quotidiani con personalità politiche di maggioranza e opposizione per chiedere che almeno da quella le aziende alluvionate siano dispensate. Capisco che qualcuno a Roma si sia spaventato: deve essere stato visto quale mancato introito si prospettasse introducendo una moratoria per il gettito fiscale dei tanti comuni toscani individuati come alluvionati ma che lo sono stati solo in – talvolta piccola – parte. Si comprende il problema, ma non è responsabilità delle imprese se manca uno strumento - che potrebbe essere anche una semplice autodichiarazione: col presidente Bigazzi insistiamo su questa soluzione - che definisca l’effettivo perimetro del disastro.

Mi fermo qui ma ci sarebbe tanto altro da dire, dalle farraginosità che si sono riscontrate per innescare la rimozione dei rifiuti a situazioni come quella dell’area industriale di Montale dove sono fondamentali interventi drastici perché il territorio è letteralmente sfigurato, le infrastrutture demolite, gli accessi ancora complicati.

A chi ha in mano le leve decisionali su questi problemi chiedo: al di là di ogni considerazione morale e di buona amministrazione, conviene che le aziende alluvionate rischino di spegnersi? Se posticipare – posticipare, non annullare: questo vuol dire moratoria - una scadenza fiscale è così pesante per le casse dello Stato cosa accadrebbe se molte di queste chiudessero i battenti? Continuo ad essere fiducioso che ci saranno interventi incisivi a breve. Spero di non sbagliarmi.

Daniele Matteini

presidente di Confindustria Toscana Nord