Galceti, ora si può pensare al futuro "Riapriremo il parco l’8 settembre"

Il presidente della Fondazione che gestisce il Centro di scienze naturali: "Obiettivo realizzabile. E’ un sogno, ma presenteremo subito alla Regione la documentazione necessaria per ripartire" .

Galceti, ora si può pensare al futuro  "Riapriremo il parco l’8 settembre"

Galceti, ora si può pensare al futuro "Riapriremo il parco l’8 settembre"

Galceti guarda al futuro. Dopo le vicende giudiziarie, la tempesta di vento del 2015 e i lunghi anni di Covid che ne hanno imposto la chiusura poi divenuta definitiva, il Centro di scienze naturali è pronto a ripartire. Una ripartenza che potrebbe arrivare prima del previsto. La volontà c’è e dopo l’approvazione da parte della Regione della delibera indispensabile per tornare ad accogliere i cittadini, avvenuta nei giorni scorsi, lo sguardo, adesso, punta dritto a settembre.

Il sogno azzardato, ma realistico, è quello di riaprire il Centro di scienze naturali in concomitanza con la festa della città: l’8 settembre. Una festa nella festa per restituire a Prato una parte importante della sua storia.

"Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro enorme di pulitura e sistemazione", spiega Marco Morelli, presidente della Fondazione Parsec che gestisce il Csn dal 2015. "L’obiettivo del centro è quello di diventare parco faunistico per il recupero, la cura e la reintroduzione in natura degli animali selvatici. Da quando ne abbiamo assunto la gestione, abbiamo sempre voluto fare attività per l’ambiente. Purtroppo il Covid ci ha imposto la chiusura al pubblico e in seguito abbiamo dovuto fare una scelta. Non una scelta facile, ma necessaria – sottolinea Morelli – Visto che l’attività con le scuole poteva proseguire abbiamo scelto di chiudere al pubblico per concentraci sul recupero degli animali e per sistemare ciò che non andava, dalle recinzioni al laghetto, dove erano rimasti appena 10 centimetri d’acqua, alla staccionata fino alle voliere".

Lavori costosi che sono stati finanziati dal Comune e in parte dalla Fondazione: "Per noi il pubblico rappresentava anche un introito, venendo a mancare quelle risorse non è stato facile andare avanti – continua Morelli – Per sistemare definitamente il parco Servirebbero oltre 600mila euro". Un passo alla volta: grazie alla delibera regionale adesso Galceti può presentare domanda per diventare santuario faunistico e quindi riaprire ai visitatori. "Siamo molto felici che ci sia stata una svolta – aggiunge Morelli –. Presenteremo la documentazione necessaria per riuscire a riaprire il più presto possibile, il sogno sarebbe farlo l’8 settembre proprio in concomitanza con la festa di Prato".

Attualmente sono tre i dipendenti della struttura e a breve sono previste altre due assunzioni: un naturalista e un operaio. Senza però il prezioso aiuto dei volontari sarebbe impossibile portare avanti l’attività: sono circa 150 gli animali selvatici stanziali che non è stato possibile reintrodurre in natura. Ci sono specie che hanno bisogno di mangiare ogni due ore, ci sono i rettili che vanno accuditi e nutriti e ci sono gli animali feriti. Insomma il lavoro non manca.

"Mediamente riceviamo circa cinque esemplari al giorno – chiude Morelli – Sono un numero enorme che senza volontari non potemmo gestire. Purtroppo avere a che fare con animali selvatici rende il lavoro quotidiano molto più complicato e anche quello che all’apparenza sembra banale, come appunto tenere aperto il centro, diventa più complicato di quanto si spensi. Ci sono adempimenti, burocrazia e normative molto stringenti da rispettare. Comunque abbiamo progetti ambizioni per rendere Galceti un fiore all’occhiello". Oltre 15 ettari di parco incastonati nel Monteferrato con al suo interno il museo planetario per dare vita ad uno dei parchi naturalistici più importanti della Toscana. Questa l’idea. Il primo passo è riaprire al pubblico il grande cancello zincato che dal 2020 sbarra la strada ai visitatori.

Silvia Bini