Ostie rubate, il ladro si scusa con le suore di clausura. La Diocesi: "Messe riparatrici"

Il vescovo Nerbini annuncia una cerimonia "riparatrice" e già stamani è stata celebrata una messa in tal senso. Il grazie ai carabinieri

L'immagine del furto ripreso dalle telecamere

L'immagine del furto ripreso dalle telecamere

Prato, 28 gennaio 2023 -  Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ha ringraziato i carabinieri "per tutto l’impegno che hanno profuso nel risolvere nel minor tempo possibile il gravissimo fatto avvenuto nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci" cioè il furto delle ostie e della pisside.

"Purtroppo – aggiunge il Vescovo – le ostie consacrate non sono state ritrovate, nei prossimi giorni faremo un gesto pubblico, una celebrazione in riparazione della profanazione dell’Eucarestia. Come ho già detto: il nostro proposito è quello di ripristinare il senso dell’Eucarestia in mezzo a noi".

Intanto, questa mattina alle 7,30, monsignor Nedo Mannucci, già rettore della basilica di San Vincenzo e Santa Caterina, ha celebrato una messa con la comunità monastica, ancora sgomenta per quanto accaduto, in riparazione per la profanazione dell’Eucarestia. Anche nel pomeriggio la messa prefestiva viene celebrata dal rettore don Paolo Baldanzi secondo questa intenzione.

Sono stati i carabinieri di Vaiano a rintracciare l'uomo che ieri aveva forzato il tabernacolo della basilica asportando la pisside e le ostie consacrate. Sulle tracce dell'uomo, 47 anni, italiano, già noto alle forze dell'ordine, erano già i carabinieri di Prato ma alle prime ore di stamani controllando i vari luoghi dove avrebbe potuto nascondersi, i militari di Vaiano lo hanno rintracciato presso l'abitazione di un amico. Il 47enne, spiegano gli investigatori in una nota, ha cercato di fuggire attraverso una finestra, ma è stato fermato. Accompagnato presso la basilica, i carabinieri hanno ripercorso fedelmente tutte le azioni poste in essere dall'uomo, ispezionando i cestini dei rifiuti di tutta la zona, in quanto lo stesso asseriva di essersi liberato dell'oggetto sacro dopo aver tentato di venderlo ad alcuni ricettatori della zona, i quali probabilmente capita la delicatezza dell'oggetto non ne avevano voluto sapere.

Nella basilica pratese, alle monache di clausura presenti durante le operazioni di sopralluogo, l'uomo ha rivolto parole di scuse per il grave gesto fatto e le stesse hanno avuto parole di compassione dichiarandogli il loro perdono e spiegandogli la gravità di tale azione.