"Rifate i ponte". Tre righe scritte a mano e affidate da chissà quanto tempo a un cartello appeso alle balaustre provvisorie di quella che una volta era la spalletta metallica del ponte sulla Bardena. D’altra parte, che altro c’è da dire? Meglio essere spicci con le richieste, tanto ci pensa poi la burocrazia ad allungare tempi e sfinire anche gli animi più pazienti. La Bardena è lì ricordare tutto quello che ancora resta da fare. La gente lo sa benissimo: qui i ricordi sono freschi come la terra degli argini divorati dal torrente il 2 novembre di un anno fa. "Anche l’8 settembre ce la siamo vista brutta, poi per fortuna è smesso di piovere...", raccontano dal Caffè Bardena, il bar che è a due passi da quello che oggi è un rigagnolo che taglia a metà il paese. "Le strade sono buie la sera, messo così è pericoloso...". Anche alla Bottega di Figline, pochi metri più in là, stesso commento. Si mastica amarezza e incredulità. "Perché non è stato fatto ancora nulla? Non si vede nessuno lavorare", dice Matteo Valentini che da 5 anni gestisce lo storico locale. E che anche l’8 settembre si è ritrovato l’acqua dentro la bottega: "Per fortuna dopo l’alluvione abbiamo tolto il parquet...". Ci indica il parcheggio davanti il negozio. A metà settembre sono apparsi cartelli con divieto di sosta con rimozione forzata (e sui quali piazzale Leonetto Tintori è diventato Leonardo Tintori): dal 19 settembre vietato lasciare le auto. "Abbiamo pensato dovessero iniziare i lavori al ponte – dice – invece nulla. Tanto è vero che dopo tre giorni abbiamo chiamato i vigili. Ci hanno detto che c’è un’ordinanza e che il divieto va rispettato...". Sono passati 15 giorni: i segnali sono ancora lì, come le auto. Cortocircuiti burocratici? Dimenticanze? La verità è che a quasi un anno dall’alluvione la gente avrebbe voglia di vedere le ferite non solo incerottate, ma guarite. Anche al circolo 29 Martiri, cuore sociale del paese, tra un caffè e due chiacchiere c’è tempo per fare il punto dei cantieri: "Guardi, hanno lavorato soprattutto più in alto. Questo gioverà anche a noi. Poi in alcuni punti il letto del fiume è stato allargato. Ma resta da dragare la Bardena. Il letto si è alzato, con tutto quello che è venuto giù...", dice Bruno Bocchi, vicepresidente del circolo e volontario.
Risaliamo via di Cantagallo seguendo la Bardena. In quest’avvio d’ottobre bagnato da una pioggia gentile, Figline è un pugno di case e di storia nel verde, con il Monteferrato guardiano quasi invisibile sotto una coperta di nuvole basse, bianche d’umidità. Prendiamo via del Borrino, dove il fianco della collina a novembre aveva spinto la terra fin dentro le case. Il Comune è intervenuto al posto del privato, e con urgenza, mettendo in protezione l’area con massi di cemento. Torniamo a seguire il torrente, fino all’incrocio che porta a Cerreto. Una cartolina già vista: il ponticino alla rotatoria tra via Malcantone e Vignone e via di Cantagallo è ancora senza sponde, ci sono solo le balaustre provvisorie. Il Bardena è una lingua di terra e sassi. Gli argini? Non ci sono. L’impressione è anche qui i lavori si incaglino nel labirinto della burocrazia e delle diverse competenze.
Buona parte dei letti dei corsi d’acqua di Figline è sotto l’Autorità di Bacino e il Consorzio di Bonifica. Spetta al Comune, invece, risistemare il ponticino sul Bardena e quello verso Cerreto. Come è di competenza del Comune risistemare il bordo strada lungo il torrente, nei pressi del cimitero. A che punto siamo? Mentre ieri la commissione paesaggistica della Sovrintendenza doveva affrontare la questione del muro sulla Bardena di San Martino per Galceti, per Figline l’amministrazione è leggermente più indietro. Sta predisponendo ora la pratica per passare dalla commissione paesaggistica (Figline è vincolata), e quindi dal sovrintendente, per avere l’ok. "Per Galceti seguiamo noi come Comune l’intervento. Abbiamo proceduto a richiedere autorizzazione al Genio civile e a mandare avanti tutta la procedura per l’autorizzazione dei lavori. In questi giorni – spiega il dirigente comunale Riccardo Pallini – è in corso la procedura per avere l’autorizzazione paesaggistica. Abbiamo già l’impresa aggiudicataria, mi auguro che la prossima settimana arrivi l’ok". Ma come è possibile sia passato quasi un anno? I tempi, sia per Galceti sia per Figline, si sono allungati anche nella parte di affidamento lavori rispetto al nuovo codice degli appalti, entrato in vigore nel luglio 2023: "Prevede che non si possano più fare affidamenti nelle more della verifica dei requisiti dell’affidatario". E così per le verifiche possono passare anche due o tre mesi. Dunque Figline cosa deve aspettarsi? "Sismo pronti con gli affidamenti per il ponte al centro dell’abitato, ma occorrerà anche qui l’ok della commissone paesaggistica a cui siamo in procinto di inviare la pratica...". Dopo l’ok si potranno iniziare i lavori. Nel frattempo, se i tempi si allungheranno ancora, il Comune provvederà a ‘tamponare’ con barriere di new jersey. Insomma, "Rifate i ponte". Una parola...
Maristella Carbonin