Hanno chiesto tutti di essere giudicati con i rito abbreviato. Il poliziotto, l’imprenditore e il carrozziere finiti in un’inchiesta dei carabinieri del Nucleo Investigativo che ha portato alla luce un sistema di favori e corruzione fra i tre. Si tratta del vice ispettore Roberto Mendicino, 56 anni, che un anno fa venne arrestato con le accuse di peculato d’uso, truffa aggravata ai danni dello Stato, corruzione e turbativa d’asta. Luciano Rizzo, imprenditore di origine calabrese di 46 anni ma residente in città, finì sempre ai domiciliari un anno fa per corruzione. Oltre al carrozziere che si era aggiudicato un appalto per riparare le auto della polizia grazie all’auto del vice ispettore. Il processo è stato fissato per il 29 novembre.
Le indagini partirono proprio da Rizzo su cui gravava un’accusa di stalking e su cui i carabinieri stavano indagando. Dagli accertamenti su Rizzo emerse il legame fra l’imprenditore e Mendicino. Le indagini si sono concentrate su tre mesi: secondo la ricostruzione dell’accusa, da settembre a novembre 2019 il vice ispettore avrebbe procurato favori personali all’imprenditore come visure di banche dati delle forze di polizia e il rilascio veloce di passaporti. Favori che, sostengono gli inquirenti, avrebbero portato in cambio regali, come buoni carburante, macchine per il caffè e persino l’uso di un appartamento per potersi appartare con l’amante. Non è tutto: il vice ispettore è accusato anche di peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato, poiché da ottobre a novembre, avrebbe usato veicoli di servizio in forza alla questura di Prato non per motivi di servizio, ma per andare a fare acquisti personali, trasportare la moglie, appartarsi con l’amante e consegnare ai propri amici merce ordinata su internet. Il poliziotto sarebbe inoltre responsabile di turbativa d’asta in concorso con il carrozziere, 62 anni e residente in provincia di Prato, in quanto l’agente in qualità di componente tecnico della commissione del servizio riparazione veicoli della questura avrebbe informato il carrozziere sul contenuto delle offerte degli altri partecipanti alla gara d’appalto per aggiudicarsi il contratto di riparazione di un’auto della polizia. Motivo per cui anche il carrozziere è finito nei guai.
L.N.