Famigliola di anatroccoli sfrattata dal laghetto resta "vittima" della burocrazia

I pennuti da giorni sono costretti a vivere nel parcheggio del centro commerciale

Anatre in fila in una foto L.Gallitto

Anatre in fila in una foto L.Gallitto

Prato, 7 ottobre 2015 - Anche una innocua famigliola di anatroccoli «sfrattata» dal laghetto dove aveva messo radici, nell’Italia del 2015 è rimasta vittima della burocrazia. Babbo, mamma e figlioletti pennuti che da giorni vagano nel parcheggio della Coop, attendono il nulla osta della Provincia per poter lasciare l’asfalto e tornare a starnazzare in un laghetto immerso nel verde. Il paradosso sta nel fatto che la specie in questione appartiene alla fauna selvatica e quindi non può essere toccata senza autorizzazione. Così il Comune ha dovuto richiedere il nullaosta al trasferimento alla Provincia di Prato, che è competente in materia.

Un iter burocratico pensato per salvaguardare certe specie animali come i germani e che in questo caso - e chissà in quanti altri - in realtà sta soltanto contribuendo a mettere a rischio ogni giorno la sopravvivenza della famigliola costretta a continui slalom tra le auto che entrano ed escono dal parcheggio del centro commerciale di via Livorno. Il Comune di Montemurlo che da giorni sta seguendo la vicenda rassicura che oramai, è questione di giorni e, non appena la Provincia darà il suo bene stare, le anatre potranno essere caricate nelle apposite gabbiette e finalmente trasferite al laghetto di Rocca. Un ambiente decisamente più adatto e sicuro per babbo, mamma e piccoli anatroccoli, che in queste settimane ha attirato l’attenzione di molti montemurlesi.

Silvia Bini