
Liste chiuse per endocrinologia. La segnalazione arriva da una paziente in cura al servizio impossibilitata dall’11 ottobre a prendere un appuntamento con la specialista che la segue. Le visite vengono svolte al Centro Giovanni, lo stesso luogo dove i pazienti in cura che necessitano di viste ed esami periodici devono prenotare gli appuntamenti. Niente da fare: impossibile prendere una visita. Non ci sono disponibilità almeno fino ad anno nuovo.
Un bel problema per chi invece avrebbe bisogno del conforto dello specialista dell’Asl che ha in carico il paziente. Non è una situazione nuova e il quadro è desolante. Nonostante il recente rafforzamento delle agende anche attraverso l’aumento della produttività i problemi di prenotazione si ripresentano in modo ciclico. Evidentemente non basta lo sforzo che l’azienda sanitaria ha messo in campo se da oltre due mesi i pazienti non hanno la possibilità di fissare un appuntamento per un controllo. Certo i due anni di pandemia sicuramente hanno influito, ma che sarebbe servita una risposta straordinaria nel post Covid è cosa assodata. Quello che manca invece è proprio la risposta visto che i tempi di attesa delle varie discipline specialistiche non rientrano nei parametri regionali. Tanto che di recente è stata pubblicata una manifestazione d’interesse per la ricerca di visite ed esami da privati. Non proprio lo stesso.
"Vorrei denunciare il fatto che è impossibile dal giorno 11 ottobre prenotare un controllo endocrinologico al Centro Giovannini", spiega una nostra lettrice. "Non esistono al momento liste.
Ma il problema grave per me, paziente da ben oltre 10 anni con patologia ossea e tiroidea abbastanza importante, è il fatto di non sapere quando le mie analisi, che sono basilari, potranno essere controllate dalla specialista che mi segue da tempo. Ovviamente la responsabilità non è della dottoressa, sempre molto disponibile, ma della programmazione dei vari ambulatori. Oltretutto tengo a precisare che chi è già in cura deve obbligatoriamente recarsi al Centro Giovannini, non è possibile né chiamare né appoggiarsi ad una farmacia perdendo quindi mattinate o pomeriggi per sentirsi sempre dire che non è possibile prenotare. E c’è peggio perché nessuno degli operatori sa dire quando saranno di nuovo aperte le liste. Semplicemente i pazienti possono continuare a riprovare a caso sperando nella fortuna. È questo è il servizio sanitario che dovrebbe tutelarci?".
Non va meglio per Oculistica al Santo Stefano, anche in questo caso i pazienti in cura non sanno più a chi rivolgersi dopo la chiusura della segreteria che aveva sede all’ospedale. "Almeno in passato sapevamo con chi parlare adesso non c’è più nessuno, la segreteria è chiusa e noi siamo in balia degli eventi", precisa una lettrice che ha inviato una lettera alla redazione. Insomma la sanità resta la prima malata e i pazienti si devono mettere in coda.
Silvia Bini