Effetto alluvione sull’immobiliare. Nella zona nord crollo di richieste. I prezzi scendono anche del 30%

Mannelli (Fiaip): "Dal 2 novembre ferme zone una volta gettonate, come Galceti e Santa Lucia". E se in pandemia era caccia all’abitazione con giardino, ora si preferiscono i piani alti. .

L’affare peggiore è per chi aveva intenzione di vendere o comprare nelle zone nord. Stessa musica anche a Sant’Ippolito, Viaccia, Vaiano, Montemurlo e Seano. L’alluvione sembra aver spazzato via anche i più rosei piani d’investimento a Santa Lucia, Galceti, Figline, Villa Fiorita: dove sono passati acqua e fango, la corsa al mattone si è fermata. Se il 2023 è stato un annus horribilis per il mercato immobiliare con il segno meno per la compravendita a causa del rialzo dei tassi sui mutui, da novembre in poi le case in vendita hanno avuto un crollo nelle zone alluvionate con una svalutazione intorno al 30 per cento. "L’alluvione ha azzerato il mercato: dal 2 novembre risultano ‘ferme’ zone che una volta erano gettonate, come Galceti e Santa Lucia", osserva Filippo Mannelli, presidente della Fiaip provinciale che raggruppa una cinquantina di agenti immobiliari. Un osservatorio privilegiato per capire come cambiano gli scenari immobiliari nella nostra provincia. Eccome se cambiano, soprattutto rispetto ad alcune tendenze che erano in atto nel periodo Covid.

Mai più villette a piano terra o abitazioni con il giardino ma appartamenti ai piani superiori per sfuggire al pericolo alluvione. Pesa la situazione di alcuni condomini dove l’ascensore non è ancora tornato in funzione. "Spesso, prima dell’atto di compravendita, le due parti si trovano a rinegoziare il compromesso", raccontano i rappresentanti del consiglio della Fiaip. Soprattutto a Figline, dove ai problemi del post-alluvione si è aggiunto il rischio frane, vendere una casa di questi tempi è dura. È il caso di una villetta dal valore di 400mila euro il cui prezzo, al momento della firma dell’atto, è sceso di 70mila euro. Prezzi che in generale nel 2023 sono rimasti invariati perché, a fronte dell’impennata dei mutui, continua a scarseggiare l’offerta. Mercato al palo (in particolare a Montemurlo il calo è stato del 35 per cento) con gli unici movimenti che si registrano sulle ‘seconde case’ ereditate dai parenti. Il mattone a peso d’oro vale fino a 3.300-3.400 euro a metro quadrato per un immobile nuovo o ristrutturato alla Castellina e alla Pietà, come sempre le zone più care della città. Qui non si scherza nemmeno sugli immobili in ottime condizioni: si viaggia fino a 2.700 (Castellina) e 2.100 (Pietà) a metro quadrato. I quartieri più convenienti per una casa in ottime condizioni? A San Paolo, Tobbiana, Viaccia e Santa Maria a Colonia: con le quotazioni si arriva fino a un massimo di 1.700 euro a metro quadrato.

Entrando nel dettaglio, in città per un immobile nuovo o ristrutturato la forbice varia da 2.200 a 2.400 euro al metro quadrato, per una casa in ottime condizioni da 1.900 a 2.100, mentre per quelle in buono stato si scende fino a 1.800. Più care le case a Montemurlo, complice forse la vicinanza al nuovo distretto e a tanti servizi di cui la cittadina è dotata: sul nuovo ci si fruga in tasca fino a 2.500 euro al metro quadrato e sugli edifici da ristrutturare si arriva a 1.600 euro. Spendono tanto anche i poggesi: a Poggio le quotazioni oscillano fra 2.200 e 2.400 euro a metro quadrato per un immobile nuovo, ristrutturato o in ottime condizioni. Si paga meno a Carmignano: da 2.300 a 2.600 al metro quadrato sul nuovo, da 1.600 a 2000 per un immobile in ottime condizioni. A Vaiano la spesa varia da 1.800 a 1.900 al metro quadrato (nuovo), da 1.400 a 1.600 (ottime condizioni), da 1.200 a 1.400 (abitabile) e da 800 a 1.000 euro (da ristrutturare). Molto giù i prezzi a Vernio sul ristrutturato (da 400 a 500 euro), con un trend simile anche a Cantagallo.

Maria Lardara