REDAZIONE PRATO

Dopo il fallimento sparisce con i macchinari

Accusato di bancarotta, ora è irreperibile. Assolta la procuratrice generale: "Non poteva sapere"

Un fallimento con la distrazione dei macchinari del valore di ben 230.000 euro. E’ quello di cui è accusato un cinese, ex amministratore del maglificio "Viola" di via Zipoli, sparito nel nulla portandosi via i pesanti macchinari. Il fallimento risale al 2017 quando il maglificio chiuse i battenti. L’amministratore della società venne indagato per bancarotta fraudolenta e nei guai finì anche una donna cinese che ricopriva il ruolo di amministratrice generale dell’azienda. La donna ieri è comparsa di fronte al gup Francesca Scarlatti. Il pm Vincenzo Nitti (in aula in sostituzione della collega Laura Canovai) aveva chiesto due anni di reclusione ma il giudice l’ha respinta accogliendo la tesi dell’avvocato dell’imputata, Alessandro Fantappiè. Il legale ha sostenuto che nonostante il rilascio di una procura generale, non è automatico che la donna potesse essere al corrente delle condotte del titolare dell’azienda. La tesi ha convinto il gup che ha assolto l’imputata. La posizione dell’ex titolare è stata invece stralciata in quanto l’uomo risulta irreperibile. Il cinese, una volta chiuso il maglificio, ha svuotato l’immobile di tutti i macchinari. Con l’assoluzione della donna e la scomparsa del responsabile, ora i creditori restano a bocca asciutta.

L.N.