REDAZIONE PRATO

Ditte apri e chiudi, così evadevano il fisco

Nuovi particolari sull’inchiesta che ha portato all’arresto di cinque professionisti sui presunti fallimenti pilotati delle aziende cinesi

Perché a partire dal 2 aprile e almeno fino all’estate 2020 lo studio ‘Venezia & Schiavone’ viene considerato epicentro della presunta associazione a delinquere da procura e fiamme gialle? Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto l’arresto di cinque professionisti dello studio "Venezia" di Sesto Fiorentino e ha portato a indagare 24 imprenditori cinesi per presunti reati fiscali e per i fallimenti pilotati, si legge che gli indagati "mettendo a disposizione lo studio professionale e le loro competenze..." fornivano assistenza agli imprenditori nella costituzione di imprese individuali cosiddette ‘Apri e chiudi’. Poi "li sostenevano nelle formalità necessarie per assicurare il travaso del personale da una azienda all’altra, le dichiarazioni fiscali (con apparente regolarità imprenditoriale).

Seguivano infatti "sistematici inadempimenti nella liquidazione e nel versamento delle imposte". I commercialisti e consulenti del lavoro avrebbero infatti – secondo quanto emerso nelle carte dell’inchiesta della Dda – offerto il loro supporto professionale per consentire alle ditte di aprire e chiudere nel giro di pochi anni in modo da scomparire agli occhi del fisco.

Inquirenti e investigatori insistono sul concetto di "supporto costante e consapevole offerto nel tempo dai professionisti". E parlano di "accordo criminoso ben più ampio rispetto a quello che si realizza in via meramente occasionale e accidentale.. diretto a un più vasto programma criminoso".

Tre anni la durata media delle imprese seguite dallo studio (circa 900 nell’area fiorentina su un totale di 3500). E quando insorgevano "debiti erariali consistenti" venivano allestite ed eseguite "d’intesa con gli imprenditori stragegie di svuotamento delle casse aziendali oltreché fraudolente e occulte cessioni di aziende a soggetti nuovi ai quali venivano trasferiti i beni.."

Così si moltiplicavano "plurime sottrazioni fraudolente al pagamento di imposte e bancarotte fraudolente patrimoniali".

E’ stato un dato documentale oggettivo a orientare gli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria (Pef) guidati sul campo dal colonnello Stefano Pietrosanto. L’attenzione è calata sullo studio sestese che svolge attività di servizi forniti da ragionieri e periti commerciali "depositari delle scritture contabili di centinaia di imprese individuali notevolmente esposte con l’erario". Possibile, così tante, lì. Perché 1178 ne ha conteggiate la Finanza in riferimento allo studio di Sesto, 576 allo studio associato ’Venezia & Schiavone‘ che ha sede all’Osmannoro. "Quasi tutti i clienti (cinesi, ndc) hanno ingenti debiti con lo Stato e con soggetti terzi". Importanti gli ‘incroci’ su attività lontane dal distretto pellettiero e tessile: parrucchieri, centri estetici, ristoranti, soprattutto a Firenze. Il tourbillon di passaggi di proprietà è stato come una bussola per i finanzieri.

giovanni spano