
Disperazione e rabbia. Viaggio a Bagnolo tra chi ha perso tutto: "Qui si vive nella paura"
Un mese dopo rispetto all’alluvione che ha colpito drammaticamente il territorio, Bagnolo prova a rialzare la testa, con tutte le difficoltà del caso. C’è chi nella frazione di Montemurlo ha perso tutto, chi ha perso tanto, chi invece è stato più fortunato e non ha perso nulla. Ma la sera del 2 novembre rimarrà per tutti, anche per chi non ha perso nulla, un ricordo spaventoso. Sono tanti i sentimenti che si mescolano: dallo sconforto per il tanto lavoro che ancora c’è da fare al timore, ogni qualvolta scatta una nuova allerta meteo, come accaduto durante la giornata di giovedì, e poi anche di venerdì. "Gli aiuti? Sinceramente non me li aspetto, anche se ci sarebbe bisogno di un intervento concreto, oltre che del Comune, anche della Regione e dello Stato. Io ad esempio – racconta Giuseppe Chiodini, di professione fotografo e residente in via Giotto, una delle strade più colpite a Bagnolo dall’alluvione – ho perso tutto il mio archivio e il materiale per portare avanti il lavoro, che avevo in garage. La sera del 2 novembre ho visto dietro casa il torrente Bagnolo arrivare fino all’argine, che è tuttora danneggiato in più punti. E fortunatamente non ha esondato da quella parte, altrimenti qui in via Giotto qualcuno avrebbe rischiato la vita. Ma è necessario che le istituzioni si diano una mossa per sistemare le cose per la nostra sicurezza". A Giuseppe fa eco Sabrina Tabani, anch’essa residente nella stessa via. "La situazione è ancora tragica. Certi lavori, vista la stagione piovosa, nemmeno si possono fare e quindi chissà quanti mesi serviranno da questo punto di vista. Quello che mi fa arrabbiare di più è che a livello nazionale l’alluvione è stata già dimenticata. Per questo non mi aspetto chissà quali aiuti economici. Mi aspetto invece che localmente si intervenga per mettere in sicurezza il territorio: non è possibile che ad ogni allerta meteo si debba vivere con la paura di una nuova emergenza".
Continuando nel nostro viaggio in via Giotto, per capire, a un mese dall’alluvione, che situazione si trovano a vivere i residenti, arriviamo a casa di Cesare Bini. "Qui lavoriamo tutti i giorni. Io ho perso la macchina e il muro del mio viale è completamente crollato. C’è sempre tantissimo da fare". E ancora, ecco la testimonianza di Luigi La Torre. "Nel seminterrato – che è stato allagato – viviamo io, la mia compagna e mia madre, mentre al piano di sopra vive mia sorella. Ci siamo dovuti momentaneamente spostare da lei perché tutti i mobili che erano giù sono da buttare". Danni ingentissimi anche al Centro Sportivo Paolo Nesti. "Li stimerei in 300mila euro – afferma il titolare Moreno Baglioni – All’interno delle strutture ci sono entrati 75 centimetri d’acqua. Tre campi sono a posto, quello in sintetico sta asciugando, ma quello da beach volley, nostro fiore all’occhiello, è distrutto. Speriamo di rimetterlo in sesto per l’estate".
Francesco Bocchini