Dietrofront sulla manifestazione dei cinesi Presidio annullato ma senza giustificazioni

Revocata la richiesta in Questura sul sit in. Le associazioni incontrano il Comune. "Non spetta a noi fare i censori, siamo rimasti sorpresi"

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Niente manifestazione di piazza. La comunità cinese, o almeno la frangia più insofferente a furti, scippi, rapine e violenza, non effettuerà il presidio di protesta inizialmente previsto per domani in piazza del Duomo. Alla base della decisione non c’è alcun divieto da parte delle istituzioni (anzi il prefetto proprio sulle pagine de La Nazione aveva dato il proprio via libera all’iniziativa), bensì la scelta dello stesso (o degli stessi) promotore di annullare la manifestazione di protesta. Ieri si è presentato in Questura per revocare la richiesta. Una spiegazione non è stata data, anche perché le motivazioni vanno fornite solo per organizzare un presidio, non per annullarlo. La scelta di rinunciare alla protesta di piazza è arrivata in contemporanea all’incontro on line tenuto fra il Comune e i rappresentanti di una ventina di associazioni orientali del territorio, oltre al viceconsole cinese e ai consiglieri comunali Wong e Lin. I rappresentanti della comunità hanno ribadito di non essersi fatti promotori dell’iniziativa, né di avere intenzione di parteciparvi. Per il Comune sono intervenuti gli assessori Flora Leoni e Simone Mangani. "Per prima cosa abbiamo ribadito che il diritto a manifestare è garantito a tutti e che non spetta al Comune fare da censore - dice Mangani -. Al contempo, visto che negli ultimi due anni ci siamo confrontati su pandemia, vaccini, scuola e altre vicende, abbiamo sottolineato di essere rimasti sorpresi nell’avere scoperto dalla stampa che c’era una richiesta di manifestazione sulla sicurezza". Come detto, le associazioni hanno ribadito di non avere avuto alcun ruolo in questa vicenda. "Ai rappresentanti della comunità abbiamo detto che il problema della sicurezza non riguarda una sola etnia ma tutta la città - aggiunge Mangani -. Inoltre abbiamo dato loro consigli per fare emergere ogni singola situazione di criminalità: li abbiamo invitati a denunciare e a limitare l’uso dei contanti preferendo il bancomat. Per quanto riguarda i presìdi di sicurezza richiesti abbiamo ribadito che ci sono e si trovano anche nelle vicinanze del Macrolotto Zero". Resta comunque la domanda iniziale: perché il promotore della manifestazione ha deciso di annullarla? Di sicuro si è ritrovato senza l’appoggio della parte associativa della comunità cinese, quella più integrata a Prato e con maggiori contatti con le istituzioni. Quelle stesse istituzioni che, come spiegato da Mangani, avrebbero potuto leggere la manifestazione come "un atto ostile" vista l’assenza di un confronto preventivo sul tema. L’altra chiave di lettura potrebbe essere quella di pressioni da parte di una porzione di comunità per annullare la manifestazione. Come ricordato dal consigliere comunale Wong "da parte delle associazioni c’è stata sorpresa nello scoprire della manifestazione", per poi effettuare "contatti intensi per capire chi fosse il promotore". "Ci sta – conclude Wong – che qualcuno gli abbia fatto presente che non era il caso". Stamani in prefettura lo affronteranno Comune, consolato e forze dell’ordine.

Stefano De Biase