Dalla terza corsia A11 a via Ciulli Ecco le sfide da vincere nel 2023

Sono i nodi infrastrutturali a tenere banco nell’agenda del futuro: e tante opere sono attese da anni. La declassata è nei progetti di finanziamento del ministero almeno dal 2010. Sarà la volta buona?

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I nodi infrastrutturali sono sempre gli stessi da anni: interramento della declassata, terza corsia dell’A11, raddoppio del Ponte Lama, nuova palazzina del Santo Stefano, parco urbano all’ex Misericordia e Dolce, Ecocentro di Alia in via Paronese, riapertura del sottopasso di via Ciulli. E dal 2022 si sono aggiunti anche quelli candidati o finanziati al Pnrr come l’hub del riciclo tessile e l’essiccatore di fanghi in via di Baciacavallo, o come la metro-navetta Peretola-Pecci. Senza dimenticare l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze, opera però che trova più proteste che consensi in provincia. Partite che la città di Prato si porta con sé anche nel nuovo anno, con la speranza che qualcosa si possa effettivamente sbloccare, venendo rimosse dal libro dei sogni.

Quali speranze concrete, quindi, possono avere i pratesi di vedere risolti i principali nodi infrastrutturali del territorio? La prima premessa da fare è quella che nella migliore delle ipotesi potremo vedere la partenza dei cantieri. Perché fra burocrazia ed effettiva realizzazione delle opere, è quasi impossibile ipotizzare di vedere completata qualcuna delle grandi infrastrutture nel 2023. Un esempio su tutti è quello della declassata, opera di cui si parla da decenni, e che fra promesse e reali stanziamenti è nei progetti di finanziamento del ministero almeno dal 2010. Tredici anni dopo siamo ancora alla fase delle autorizzazioni ambientali, con la bellezza di 46 milioni di euro congelati in attesa dello sblocco del progetto. La commissione tecnica di Via ha la valutazione di impatto ambientale per l’interramento del viale Da Vinci al Soccorso nelle proprie mani dal 3 giugno 2021. In un anno e sette mesi è riuscita solo a chiedere un’integrazione di documentazione lo scorso 24 ottobre. Poi altri mesi di silenzio con la città che resta in fila in attesa di una risposta. Da fonti del ministero, con cui Anas (proprietario della strada) è in contatto, si parla di risposta che dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2023. E poi? Dipende dal tipo di risposta che arriverà dalla commissione tecnica di Via, ma già vedere bandita la gara europea entro tutto il 2023 sarebbe un successo.

Restando in tema di ministero, sulla terza corsia dell’A11 aleggia sempre più un alone di mistero. Mentre tutti aspettavano un annuncio di inizio lavori da parte di Autostrade per l’Italia, almeno per il primo lotto fra Peretola e Prato, all’improvviso è arrivata l’irruzione del ministro Salvini che ha annunciato di avere "salvato" l’opera. Senza lo ‘Sblocca cantieri’ inserito nel decreto Aiuti Quater da parte del leader leghista, infatti, si è scoperto che i finanziamenti per l’opera sarebbero stati revocati. ‘Salvati’ i finanziamenti però non ci sono notizie certe sull’assegnazione dell’appalto e sulla partenza del cantiere. Con buona pace anche dei Comuni che attendono le opere di compensazione. Per Prato, su tutte, c’è il raddoppio del Ponte Lama, oltre all’adeguamento dei cavalcavia sull’A11, il nuovo collegamento fra Prato Est e Macrolotto Due, e lo sblocco dell’area di Prato Ovest dove dovrà sorgere la nuova area degli inerti oggi provvisoriamente ospitata a San Giorgio a Colonica.

Infine un’opera da un lato attesa e dall’altro contestata: l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola con la pista da 2.200 metri. Dopo il percorso partecipativo portato avanti da Toscana Aeroporti, adesso i Comuni sono in attesa della presentazione ufficiale con tanto di atto amministrativo annesso. Se Firenze spinge, Prato e la Piana frenano. E i comitati sono pronti a ricorrere di nuovo al Tar. Il 2023, quindi, anche per Peretola sembra annunciarsi come un anno di transizione.

Stefano De Biase