
"Abbiamo già cominciato a chiedere ai clienti di pagare in contanti in caso di operazioni inferiori ai cinque euro. E’ la soglia minima al di sotto della quale andremmo quasi a rimessa accettando i pagamenti digitali. Le commissioni infatti sono troppo elevate: nel mese di ottobre abbiamo dovuto spendere circa 300 euro, senza considerare poi i vari rincari". Da Zero Caffè in via Garibaldi hanno bruciato le tappe, mettendosi avanti. Se la possibilità di rifiutare il pagamento con il pos fino a 60 euro di spesa, senza sanzioni, ancora deve diventare legge (e proprio ieri il governo ha aperto alla possibilità di modifiche mentre discute con l’Ue), l’opera di "persuasione" è già cominciata dietro qualche bancone. Colpa delle commissioni sui pagamenti digitali troppo onerose. Francesca Gagliano (Zero Caffè) spiega: "Se un cliente entra pretendendo di pagare un caffè, che da noi costa sempre un euro rispetto a tanti altri bar dove il prezzo è cresciuto, con il bancomat, deve essere consapevole che ci mette nei guai per il problema delle commissioni. Sentendo quanto deciso dal governo Meloni, abbiamo scelto di iniziare con questa politica del limite dei cinque euro: non credo che per i nostri clienti sarà un grosso problema. Spesso hanno monete e contanti, ma semplicemente preferiscono la carta per una questione di comodità".
Diverso è il discorso per molti altri esercenti del centro storico: la novità non sembra cambiare granché. "Per le operazioni inferiori ai 10 euro non ho commissioni, quindi di fatto continuerò a fare come sempre", spiega Stefano Lotti, titolare dell’alimentari La Fattoressa in via della Sirena.
"Per quanto mi riguarda, sotto ai 5 euro non sono costretto a pagare nulla di commissione", aggiunge Vito Caporaso del panificio Il Duomo in via Santo Stefano. Una soglia addirittura più alta ce l’ha il bar Datini di via Cairoli: "Fino a 15 euro non sono previste commissioni – sottolinea Matteo Monni – E questa è una gran fortuna, perché soprattutto i giovani durante il fine settimana tendono a usare il bancomat o la carta di credito quando ci vengono ad esempio a chiedere drink. Sono assolutamente favorevole ad un utilizzo sempre maggiore delle carte, allineandoci a quella che è la tendenza nel resto d’Europa".
Al forno Santini di via Garibaldi, il ricorso ai pagamenti digitali pare più contenuto: "Per prendere il pane solitamente i clienti usano i contanti, ma ogni tanto mi capita anche qualcuno che invece ha solo le carte – afferma Stefania Bruno – Non avendo soglie di alcun tipo a livello di commissioni, non è molto conveniente per me, in caso di spese contenute, accettare il pagamento elettronico, però lo faccio sempre. Non darei un segnale positivo se rifiutassi il bancomat, sia con i clienti storici che con quelli occasionali". L’utilizzo dei pagamenti digitali è sempre più diffuso comunque sul nostro territorio. Secondo l’Osservatorio pagamenti cashless 2022 di SumUp a Prato è cresciuto del 18,2% rispetto al 2021.
Francesco Bocchini