
A destra Sabino Farese, 56 anni
Prato, 26 maggio 2020 - «Tutto bene. Fra giorni sarò dimesso. Un abbraccio", mi ha detto ieri sera Sabino Farese con un groppo alla gola trattenendo le lacrime più facili da versare che da spiegare, dopo il calvario coronavirus che aveva già colpito i suoi genitori, ripercorrendo in un attimo gli anni trascorsi fianco a fianco nell’A.C. Prato, lui come fisioterapista insieme agli ottimi Filippo Bettazzi e Francesco Battaglia titolari dell’istituto fisioterapico ’Il castello’ di Prato, in un ambito terapeutico-familiare dove le necessità riabilitative si intersecano talvolta col compito di levigare le acque increspate del football.
Sabino Farese, 56 anni, residenza a Campi Bisenzio, notissimo nell’ambiente del Prato Calcio e della Sestese come fisioterapista, ma soprattutto come amico di tutti, aveva avvertito i primi sintomi del male il 15 aprile scorso, dopo che i genitori Alfonso e Luciana erano già stati ricoverati a Careggi con la stessa graffiante diagnosi di Covid-19. Anche Sabino di lì a poco aveva presentato un quadro clinico inequivocabile, che aveva indotto all’immediato ricovero presso il reparto sub intensiva del dottor Pieralli a Careggi; nell’arco di due giorni, nell’aggravarsi delle condizioni, si era dovuti passare all’unità operativa di terapia intensiva diretta dal dottor Peris. Per Sabino cominciava il calvario dell’intubazione e pronazione, mentre per i genitori si prospettava nell’arco di un mese la guarigione e la dimissione. Un tunnel di sofferenza, da cui non si riusciva a intravedere la luce. Negli scorsi giorni finalmente il passaggio dalla posizione prona a quella supina, ossigeno con maschera; il trasferimento successivo alla sub intensiva e negli ultimi cinque giorni l’accesso all’infettivologia per approdare a un controllo in posizione seduta con attenzione particolare alla ginnastica respiratoria e alla prima attività motoria. Già trascorsi 40 giorni di incubo. Sabino conta ormai le ore che lo separano dal ritorno a casa, cercando di forzare la mano ai medici, in attesa di riabbracciare la piccola figlia Violante, i familiari, l’inseparabile moglie Monica che ha tenuto il collegamento, una volta superata la fase acuta, con i molti amici in apprensione, a cominciare proprio da Filippo e Alessio, legatissimi a Sabino, dopo aver vissuto il dramma e l’attesa che s’è trasformata ormai in realtà di successo. Si sta attivando in queste ore anche il tam tam dei social dopo il giustificato silenzio dei giorni bui. A centinaia i saluti su Facebook, molti dei quali non avevano saputo della vicenda per una riserbo che rispettava la natura schiva di Sabino. I giocatori del Calcio Prato e quelli della Sestese sono stati fra i primi ieri a prendere nota che l’orologio della vita si to in un pomeriggio odorante di è rimesso in moprimavera. "Una giornata immensa, un brivido lungo la schiena", hanno scritto alcuni di loro. "Vi ringrazio veramente tutti con un grande abbraccio virtuale, in particolare da parte di Sabino che vi assicuro ha lottato tanto" ha risposto la moglie. Mamma Monica ha spiegato alla piccola Violante, un fiore sbocciato nel settembre di due anni fa, che col ritorno del babbo dal lungo viaggio, il cielo tornerà ad avere i suoi colori e che anche le bambole faranno festa. © RIPRODUZIONE RISERVATA