Coronavirus, ambulatorio flop: così non serve

Giro di vite su chi torna dalla Cina. Ora avvertire del viaggio è un obbligo

L'assessore Saccardi durante le protesta per il nuovo ambulatorio (foto Germogli)

L'assessore Saccardi durante le protesta per il nuovo ambulatorio (foto Germogli)

Prato, 22 febbraio 2020 - Sale la preoccupazione anche a Prato dopo la notizia dei casi di infezione da coronavirus registrati ieri fra Lombardia e Veneto. Tanto più che l’ambulatorio dell’Osmannoro, aperto per convincere i cinesi a farsi avanti di fronte a sintomi sospetti, per ora è un grande flop: solo un paziente, risultato negativo al tampone, in questi primi giorni di operatività. Un risultato inferiore alle attese, che ha convinto l’Asl Toscana Centro ad alzare il livello di guardia e a rendere obbligatoria la comunicazione del viaggio effettuato per chi è tornato dalla Cina negli ultimi 14 giorni.

«Seguiamo le indicazioni del del ministero della Salute - spiega Paolo Marchese Morello, direttore generale dell’Asl Toscana Centro - Anche in Toscana provvederemo ad attivarci in questo senso, invitando poi gli utenti a rivolgersi alla struttura che abbiamo già attivato all’Osmannoro". Ieri il presidente regionale Enrico Rossi ha recepito con una ordinanza le disposizioni del ministero. Fra le tante preoccupazioni, quella più pressante riguarda l’alto numero di persone che dovrebbero rientrare dalla Cina: 2.500 fra Prato e Firenze, secondo quanto suggerito dal console cinese alcuni giorni fa, anche se poi si è capito che in quel numero erano compresi molti cittadini orientali che già hanno fatto ritorno in Toscana nelle ultime settimana.

"Circa 1300 persone sono infatti già sotto osservazione - prosegue Morello - e fra questi non abbiamo registrato casi di infezione. Nei prossimi giorni incontreremo il console perché si prenda carico con forza della gestione dei nuovi arrivi e ci aiuti nella gestione dell’emergenza". E naturalmente non si placa, ma semmai si infiamma ancora di più, la polemica politica. Nel mirino finisce soprattutto il governatore Enrico Rossi, che fino ad oggi non ha imposto la quarantena obbligatoria. Che l’ambulatorio dell’Osmannoro non funzioni lo sottolinea, insieme a tanti altri, anche Jacopo Alberti, consigliere regionale Lega Nord Toscana: "Ieri in ambulatorio non si è presentato nessuno. Stiamo affidando la salute dei cittadini non solo toscani alla pratica dell’autodiagnosi delle persone che da sole dovrebbero prendere un appuntamento per valutare se hanno il virus". Marco Curcio (Lega) invita il sindaco Biffoni "a convocare a Prato il Ministro e il capo della Protezione Civile e insieme al Prefetto mettere nero su bianco un piano di prevenzione a partire dalle aree più densamente abitate da chi è tornato dalla Cina in queste ultime settimane". Anche il deputato Giorgio Silli (Cambiamo!) ha auspicato un cambio di rotta di Comune e Regione circa il ricorso alla quarantena.

E Claudio Belgiorno, capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia, rinforza la posizione con una mozione con cui chiede al sindaco di "emettere un’ordinanza urgente per disporre la quarantena obbligatoria su tutto il territorio pratese per coloro che rietrano dalla Cina". Duro attacco a Rossi da parte di Erica Mazzetti e Stefano Mugnai, rispettivamente coordinatrice provinciale e leader degli azzurri in Toscana: "Rossi continua a sottovalutare il problema - dicono - Prato è la più interessata dai rientri da Zhejiang, dove i casi di contagio da Covid 19 registrano un’alta incidenza? Stiamo assistendo ad un cortocircuito tra Regione, Comune e ministero, con numeri sparati in libertà sui rientri dei cinesi". Infine c’è chi come Marco Stella, consigliere regionale Forza Italia, sta predisponendo una denuncia contro Rossi per reati colposi contro la salute pubblica "perché non fa controlli necessari a tutelare i toscani" . © RIPRODUZIONE RISERVATA