Da qualche giorno il Consorzio di tutela dei vini di Carmignano è una realtà sancita da un atto notarile in piena regola. A firmare il documento sedici produttori del Carmignano docg. "E’ un momento data da iscrivere negli annali del nostro territorio – spiega il presidente Fabrizio Pratesi (foto) – Una tappa importantissima per il nostro Consorzio che attiva in questo modo l’iter del riconoscimento da parte del ministero dell’agricoltura e colma una lacuna grazie a un lavoro congiunto che ci vede coinvolti da tempo". Va detto che l’associazione consortile del Carmignano è una presenza effettiva sin dalla metà degli anni ’70, periodo in cui venne riconosciuta la doc, mentre è del 1990 la docg. Ma la storia del vino di Carmignano già riunito in "congregazione" è com’è noto molto più antica, considerato il fatto che la prima etichetta porta la data 1716. Da allora la produzione è stata regolata da norme precise e da un preciso disciplinare firmato da Cosimo III de’ Medici in persona. Tornando ai nostri tempi, il numero dei consorziati, che non è mai stato inferiore alla dozzina, è oggi salito a sedici con produzioni di così alto livello da aver fatto conoscere e apprezzare il nostro vino nel mondo, con un flusso costante di vendite. Adesso arriva la nascita del Consorzio di tutela.
Ma di cosa si tratta? "E’ un organismo riconosciuto dal ministero e dalla Comunità Europea – chiarisce Pratesi – in grado di offrire gli strumenti necessari per vigilare sulla produzione del Carmignano rafforzando i controlli. Diventando Consorzio di Tutela è possibile monitorare tutte le doc e le docg, comprese le statistiche e le produzioni delle singole aziende, cosa che d’altro canto è sempre stata implicitamente messa in atto e che sottolinea il clima di stretta collaborazione tra produttori esistente da sempre. Diciamo che oltre ad essere un’altra ottima vetrina per la nostra visibilità, è la conquista di una posizione che conferisce maggiore autorevolezza alle etichette del Carmignano, ponendoci in una condizione paritaria rispetto a blasonate realtà come quelle del Chianti Classico o del Brunello". Senza dubbio un grande passo avanti per i viticultori del nostro territorio. "Adesso sarà obbligatorio ottemperare a precisi piani di controllo – conclude il presidente del Carmignano – e potremo accedere a progetti regionali".
Guido Guidi Guerrera