REDAZIONE PRATO

Concerti, quadri, silenzi: Battiato il pratese

L’artista scomparso ieri dopo una lunga malattia aveva un legame forte e sincero con istituzioni culturali e personaggi della città

Guido Guidi Guerrera, giornalista de La Nazione, è stato legato per circa trent’anni al musicista e compositore siciliano Franco Battiato, scomparso ieri. Biografo e amico dell’artista ha scritto due libri ‘Franco Battiato, un Sufi e la sua musica’ e ‘Battiato, another link’. Ha inoltre intervistato Battiato numerose volte per QN e altre testate. Sono in preparazione e di prossima uscita due nuovi lavori, per i tipi di Verdechiaro e di Minerva. Il primo si propone di spiegare il simbolismo dei testi delle canzoni del cantante-mistico, mentre il secondo è una biografia in cui, attingendo a colloqui e interviste originali, Franco Battiato racconta se stesso sin dagli esordi.

Scrivo con la morte nel cuore. Un amico, un musicista sublime, raffinato nell’animo e nel pensiero ci ha lasciato. Franco Battiato non c’è più, o meglio è solo il suo corpo ad avere abbandonato questo pianeta per parafrasare la celebre frase di ‘Come un cammello in una grondaia’. La musica e la bellezza assoluta delle sue parole sono destinate all’eternità. Ho conosciuto Franco nel lontano ’92 al Teatro Verdi di Firenze: è stata intesa immediata destinata a tradursi in profonda amicizia e in stretta collaborazione destinata a durare un trentennio, finché la sua malattia lo ha forzatamente isolato dal mondo.

Il suo rapporto con la città di Prato è iniziato nel ’in occasione della presentazione del mio libro biografico ‘Franco Battiato, un sufi e la sua musica’ e della mostra pittorica dell’artista catanese intitolata ‘Penombre’.

Entrambi le manifestazioni, a cui tra gli altri aveva preso parte lo scrittore islamista Gabriele Mandel, furono organizzate dall’allora direttrice del Centro Pecci Ida Panicelli , cui fece seguito l’immancabile concerto di Battiato che aveva appena prodotto l’album ‘Il Caffè de La Paix’. Poi sarebbe stata la volta nel ’97 dell’esecuzione de ‘La Messa Arcaica’ all’interno del Duomo e ancora una volta un concerto al Politeama Pratese e presentazione del nuovo libro ‘Another Link’ nel 2006 con la partecipazione di Umberto Cecchi. E nel luglio 2011 concertone nella Piazza del Duomo.

Insomma, per molto tempo e in diverse occasioni Battiato ha frequentato Prato riscuotendo non solo il consueto trionfale successo come artista ma suscitando nella platea dei suoi ammiratori ineffabili emozioni fatte per imprimersi nel cuore di ognuno. Ha voluto che lo accompagnassi per strada, sfidando incurante l’evidente popolarità, e ha ammirato gli emblemi storici della nostra città. I dintorni lo hanno incantato: "Abiti come me in una casa di collina, dobbiamo considerarci persone molto fortunate". Gli avevo preparato i suoi piatti preferiti: pasta al pomodoro e frittata di cipolle. Era golosissimo di dolci, specialmente dei cantuccini del Mattei e nel caffè non smetteva di mettere cucchiaini di zucchero. Poi lo porto al pianoforte, lo suonicchio discretamente. Gli faccio sentire ‘Mal d’Africa’ in una versione molto più lenta. Gli era piaciuta talmente che la sera stessa l’aveva fatta eseguire a quel modo rendendomene pubblico merito. Questo era Franco: un uomo semplice, schivo sebbene la sua genialità fosse assoluta: "La vita non finisce. È come il sogno. La nascita è come il risveglio", così scrive nel suo ultimo brano ‘Torneremo ancora’. L’estremo messaggio diretto a chi riesce a comprendere che la fine del nostro corpo è solo presagio di un nuovo inizio.

Ciao Franco, tu maestro di armonie di musica e spiritualità che con la tua ‘Cura’ ci hai accarezzato l’anima: saremo adesso tutti noi ad avere cura di te, nel ricordo per sempre.

Guido Guidi Guerrera