
Con MetJazz è tempo di far musica. Orchestrando piano (e chitarra)
Ai blocchi di partenza MetJazz: da domani sera la XXIX edizione della rassegna dal titolo Orchestrando piano (e chitarra) con la direzione artistica di Stefano Zenni. Il programma si concentra sulla trasformazione del suono del pianoforte e della chitarra acustica o elettrica: "la grande rivoluzione che con il jazz ha investito l’uso degli strumenti, il suono che viene prodotto, gli interventi sulla meccanica, l’alterazione del timbro, ovvero la necessità, di ascendenza africana, di modificare o arricchire il suono di uno strumento perché esso manifesti una natura che altrimenti rimane occulta, un’altra voce, prima inudibile, che prende la parola", spiega Zenni. L’inaugurazione di domani con un doppio appuntamento dalle 21 al Metastasio. Nel concerto "Round Midnight: The Music of Thelonious Monk", il Koro Almost Brass Quintet, composto da Fulvio Sigurtà alla tromba e flicorno, Giovanni Hoffer al corno, Massimo Morganti al trombone e Glauco Benedetti alla tuba (tutti di formazione classica ma con collaborazioni prestigiose da Kenny Wheeler, John Taylor e Bob Brookmeyer a Paolo Fresu e Enrico Rava), traduce l’idiomatico pianismo di Monk nel suo opposto: un ensemble di soli fiati che esalta i suoi sviluppi melodici, i guizzi swinganti, gli slanci lirici e le armonie colorite. A seguire salirà sul palco il Nico Gori Sextet con "Around Clarinet", il nuovo progetto dell’esuberante clarinettista Nico Gori che riunisce musicisti di diverse esperienze - Raffaele Pallozzi al pianoforte, Andrea Mucciarelli alle chitarre, Marco Benedetti al basso elettrico, Andrea Beninati alla batteria e al violoncello, Simone Padovani alle percussioni - per esaltare la straordinaria ricchezza espressiva del clarinetto.
La seconda serata lunedì 4 marzo al Fabbricone e omaggia il suono del pianoforte. Nella prima parte, in prima assoluta, con "In Bouncing 4 Bud" il giovane Alessandro Lanzoni ossequia il più influente innovatore del pianismo moderno, Bud Powell, a cento anni dalla nascita. Quindi, in esclusiva italiana, forte del suo bagaglio contemporaneo che spazia da Stravinskij a John Zorn, la pianista svizzera Sylvie Courvoisier distilla echi del primo Novecento e risorse contemporanee in un avvincente viaggio nella storia recente del pianoforte. Per la terza serata, un doppio appuntamento coprodotto da Metastasio e Musicus Concentus, lunedì 11 marzo al Fabbricone, questa volta ad omaggiare la chitarra: si parte con Marc Ribot, ironico e disinvolto protagonista della scena newyorkese degli anni Novanta cui si deve una rivoluzione sonica della chitarra che, polverizzando i generi, mescola jazz e folklore cubano, o noise e canzone. A seguire, con il progetto "Ambush", sul palco salirà il Claudio Fasoli NeXt 4et: Fasoli al sax tenore e soprano, Simone Massaron alla chitarra, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Stefano Grasso alla batteria. Ancora un doppio appuntamento lunedì 25 marzo al Metastasio: il pianista Danilo Blaiotta con il gruppo Planetariat (Valentina Ramunno voce e recitazione, Achille Succi sax alto e clarinetto basso, Stefano Carbonelli chitarra e voce, Cesare Mangiocavallo batteria); a seguire il compositore e arrangiatore Gerardo Pepe insieme al vivace Big Jazz Ensemble, con brani da Randy Weston, Thelonious Monk, McCoy Tyner, Horace Silver e Herbie Hancock.
Infine, sono tre gli appuntamenti off di MetJazz, in collaborazione con la Scuola Verdi e la Lazzerini. Domenica 3 marzo, alle 11, a Palazzo Martini il chitarrista Biagio Marino e il batterista Zeno De Rossi; lunedì 11 marzo alle 17 in biblioteca Marc Ribot presenta il suo libro "Nelle mie corde. Storie e sproloqui di un chitarrista noise" (BigSur, Milano 2023), in dialogo con Zenni; sabato 16 marzo alle 17 alla Scuola Verdi conferenza di Stefano Zenni dal titolo Il pianoforte come orchestra a percussioni.