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Compleanno a metà. Al pronto soccorso mancano sette medici. Ma sarà più grande

L’annuncio dei lavori (nel 2026) è arrivato nel giorno dell’anniversario dell’apertura del presidio. Intanto l’Asl cerca dieci dottori per incarichi a tempo: dovranno gestire le criticità dei reparti d’emergenza aziendali.

Compleanno a metà. Al pronto soccorso mancano sette medici. Ma sarà più grande

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Il pronto soccorso del Santo Stefano si merita un regalo speciale, dopo dieci anni in cui i professionisti sanitari e non, hanno fronteggiato superafflussi di pazienti con un numero mai adeguato di forze. L’annuncio è arrivato nel giorno del decennale del nosocomio, celebrato nella sala Magnolfi nella palazzina dei servizi alla presenza del presidente della Regione Eugenio Giani: quando nel 2026 la palazzina esterna Biancalani sarà ultimata con i suoi 104 letti a rimpolpare il patrimonio risicato di posti (540 per una potenzialità fino a 662) il pronto soccorso potrà ambire ad ampliare i propri spazi sia per i pazienti adulti sia per i bambini. A disposizione ci saranno 560 metri quadrati attualmente occupati dal reparto di salute mentale che a sua volta sarà trasferita nella palazzina esterna. Quella superficie ospiterà in parte il pronto soccorso pediatrico con accesso diviso dagli adulti e in parte altri servizi del Dea per adulti. Un intervento che sarà possibile grazie ad un finanziamento di 3 milioni di euro che l’Asl centro intende coprire con i fondi ex articolo 20. Ma per questo ampliamento si dovranno attendere tre anni: un regalo a lunga scadenza per il pronto soccorso che per il momento deve fare ancora i conti con l’emorragia di medici.

Al momento ne mancano almeno sette, mentre l’Asl in questi giorni ha rinnovato la possibilità di procedere con dieci incarichi di collaborazione libero professionale di medici fino al 30 dicembre prossimo. Il tutto per far fronte alle criticità legate alle attività assistenziali dei pronto soccorso aziendali.

Attenzione speciale per il pronto soccorso che la stessa direttrice sanitaria Maria Teresa Mechi ha evidenziato parlando di una riorganizzazione interna "che ha permesso di ridurre i tempi di attesa per i ricoveri, di aumentare il numero delle dimissione giornaliere" in un dipartimento di emergenza urgenza che lo scorso anno ha contato 85.714 accessi e già 45.566 nei primi sei mesi del 2023.

"In dieci anni l’ospedale ha saputo adeguarsi e crescere – ha detto Giani – Potenziamento dei reparti e decentramento dei servizi non sono in contraddizione. Prato ha saputo farlo: è la strada che dobbiamo continuare a percorrere". Evoluzione che dal 31 luglio scorso significa ampliamento con la palazzina esterna: "Quando sarà ultima si penserà alla dotazione organica – ha detto Giani – Sulle politiche del personale influenza il dibattito nazionale sulle risorse del fondo sanitario nazionale. Mi fa piacere vedere che sia diventata una delle questioni prioritarie della finanziaria". Alla mattinata di festa presente anche Valerio Mari, neo nominato direttore generale dell’Asl Centro, il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Provincia Simone Calamai. A Claudio Sarti, direttore della struttura Servizi ai cittadini Prato e Pistoia, il compito di illustrare la storia secolare della spedalità pratese, ricordando gli elementi principali che hanno portato alla realizzazione del nuovo ospedale.

Sara Bessi