
Le principali caratteristiche che permettono di definire un episodio con l’etichetta "bullismo" sono l’intenzionalità del comportamento aggressivo agito, la sistematicità delle azioni aggressive fino a divenire persecutorie e la differenza di potere tra vittima e bullo. Non basta un episodio perché il bullismo sia considerato tale. In Italia, come nel resto del mondo, ci sono casi di bullismo tra i compagni di scuola, più frequentemente tra un gruppo di amici verso una singola persona, infatti il gruppo è il contesto più frequente in cui queste cose accadono.
Ci sono due tipi di bullismo: il bullismo diretto che si manifesta tramite la violenza fisica, l’umiliazione e i furti; il bullismo indiretto che consiste in pettegolezzi maligni e calunnie. Un’altra tipologia è il cyberbullismo, ovvero i comportamenti dannosi verso gli utenti online, che è nato con lo sviluppo dei moderni dispositivi tecnologici. Le nuove generazioni, vivendo in una società dipendente dai social in particolare, spesso si ritrovano a non distinguere la realtà virtuale da quella reale e ciò può rappresentare un pericolo per la salute mentale e fisica della vittima.
Con il termine bullismo si intendono tutti quegli atti, fisici o verbali, compiuti dagli adolescenti verso i loro coetanei, soprattutto nell’ambito scolastico. Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti: da una parte c’è il bullo, ovvero la persona che attua dei comportamenti violenti fisicamente o psicologicamente, dall’altra parte la vittima, cioè la persona che subisce tali atteggiamenti. Di solito il bullo colpisce i coetanei più deboli e incapaci di reagire. Le vittime di bullismo sono persone di etnie diverse, con problemi di apprendimento o handicap, le persone omosessuali o socialmente svantaggiate. Solitamente gli episodi di bullismo sono agiti e subìti in mezzo a degli "spettatori", persone terze che tendono a prendere posizione per l’una o l’altra parte.
I comportamenti violenti che caratterizzano il bullismo sono i seguenti: offese, parolacce e insulti; derisione per l’aspetto fisico e per il modo di parlare; diffamazione; esclusione per le proprie opinioni e infine le aggressioni fisiche.
Secondo i dati riportati sul sito del Ministero della Salute, oltre il 55% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni è stata vittima di bullismo almeno una volta nella vita, in particolare le bambine, il contesto più frequente sembra essere proprio la scuola.
Questo fenomeno è spesso difficile da individuare perché il 50% delle vittime non ne parla con i genitori e il 60% non ne parla con nessuno.