"Cibo, farmaci, coperte e giocattoli Un camion di aiuti per la mia gente"

Rita, ucraina, da 15 anni abita a Prato e ha promosso un’iniziativa di solidarietà al circolo Arci di Galciana. Il marito e il figlio stanno combattendo: "Ogni volta che sento la notizia di un bombardamento è un incubo"

Migration

"Ogni volta che sento una notizia di bombardamenti mi si stringe il cuore. Vivo col terrore di potere ricevere da un momento all’altro una terribile notizia. Stamani, ad esempio, non funzionavano né Messenger, né WhatsApp, e ho temuto per il peggio. Poi per fortuna sono riuscita a mettermi in contatto con mia figlia". A parlare è Rita, una donna Ucraina da 15 anni a Prato, dove ha trovato lavoro nel settore delle pulizie e anche piena integrazione diventando consigliera del circolo Arci di Galciana, Renzo Degli Innocenti. Rita non vuole dire né il cognome né farsi fotografare perché preferisce mantenere riservatezza, ma racconta quello che sta vivendo nella speranza che sempre più pratesi decidano di effettuare donazioni da spedire in Ucraina. Rita, infatti, si è fatta promotrice di una raccolta di generi alimentari e di prima necessità al circolo di Galciana, dove sono arrivate centinaia di donazioni. "E’ arrivato di tutto – racconta il presidente Donatello Rosati –. Ci sono plaid, giubbotti, sacchi a pelo, vestiti, cibo, farmaci, oggetti per bambini. Domani (oggi, ndr) arriverà un pullman che raccoglierà tutto e lo porterà alla frontiera polacca, consegnando il materiale direttamente ai militari ucraini. Noi, intanto, stiamo preparando il materiale pure per la prossima settimana". La raccolta è partita dalle donne ucraine che frequentano la chiesa di Prato e che fanno riferimento al parroco Don Nicola Dzudzar.

"C’è stata tantissima generosità, non sappiamo come fare per ringraziare tutti i pratesi che ci stanno aiutando – prosegue Rita -. E’ bastata una semplice richiesta di aiuto per mobilitare centinaia di persone. Una solidarietà incredibile e per niente scontata". Parlando con Rita è però inevitabile raccontare quello che sta vivendo. Lei è venuta da sola a Prato proprio per aiutare economicamente la famiglia e consentire a marito e figli di potere vivere con un maggiore benessere. Ma adesso il marito e il figlio stanno combattendo contro i soldati russi, mentre la figlia e i tre nipotini si stanno rifugiando in luoghi di fortuna. "Sono tanto preoccupata – prosegue Rita -. Li ho chiamati tutti e gli ho detto fin da subito di raggiungermi in Italia. Qui ho una casa in affitto: certo non c’è posto per tutti, ma una soluzione si trova. Loro però vogliono restare lì, difendere la propria nazione, le loro case e non perdere tutto quello che hanno. Io invece mi sentirei molto più tranquilla ad averli vicino a me". Rita nel raccontare la sua storia si dice soprattutto preoccupata per i tre nipotini: "Hanno rispettivamente cinque, sette e un anno e mezzo – spiega -. Sono piccolissimi, non meritano di vivere un’esperienza così traumatica. Quello che sta accadendo in Ucraina è una tragedia. Mio marito e mio figlio stanno combattendo vicino Kiev, per non lasciarla nelle mani dei russi. Vogliono aiutare come possono le famiglie bombardate e fare del bene. Io però nel mio cuore spero sempre che decidano di lasciare tutto e trasferirsi in Italia almeno fino a quando la situazione non sarà migliorata".

Al netto del dramma personale, Rita invita i pratesi a continuare a donare. "Tante persone hanno già fatto moltissimo – conclude -. Ma il materiale non basta mai. I miei familiari mi raccontano di situazioni di mancanza di cibo, di coperte, di ogni tipo di genere di prima necessità. Noi siamo lontani centinaia di chilometri e vorremmo in qualche modo potere sostenere il nostro popolo ed essergli d’aiuto durante la guerra".

Stefano De Biase