REDAZIONE PRATO

"Ciao babbo. Qui è tutto a posto" L’ultima telefonata, poi lo schianto

Lo strazio del padre di Giacomo Di Napoli, campione di volo acrobatico precipitato con il suo aliante. Il saluto prima del decollo: "Abbiamo perso un gioiello. Non posso immaginare la casa senza di lui"

di Piera Salvi

AGLIANA

"Babbo, tutto a posto". Sono le 16 circa di lunedì. Giacomo Di Napoli, pluripilota ventenne, è sull’altopiano dell’Alfina in provincia di Terni, ha terminato il secondo volo in aliante dei tre previsti per gli allenamenti in preparazione dei Mondiali in Francia di agosto. Telefona al padre, il colonnello dell’aeronautica militare Gennaro Di Napoli, in servizio a Roma, per dirgli che sta andando tutto bene e sta per partire per il terzo volo. In un video prima di alzarsi di nuovo nel cielo, Giacomo si mostra sereno e determinato: "Giornate impegnative ma non si molla di un millimetro", dice. Poco dopo le 18 il padre riceve una telefonata: Giacomo ha avuto un incidente ed è subito chiaro che è avvenuto qualcosa di molto grave. Il colonnello Di Napoli parte in auto accompagnato da un collega. Verso le 21 sono sul posto della tragedia a Castel Viscardo, dove Giacomo è precipitato con il suo aliante perdendo la vita. "Ho avvisato mia moglie che ci ha subito raggiunto con dei parenti – racconta il padre del giovane atleta – . Solo all’una della notte, dopo che il magistrato ha terminato i rilievi, siamo potuti andare all’ospedale di Orvieto per il riconoscimento del nostro Giacomo".

È un dramma indescrivibile quello che ha colpito i coniugi Gennaro Di Napoli e Cristina Monzali, originaria di Prato e impiegata in una ditta pratese del settore edile. Hanno perso il loro unico figlio, "il nuotatore volante" così come lo chiamavano tutti per la sua doppia passione sportiva. "L’abbiamo sempre sostenuto – dice il padre –. Abbiamo perso un gioiello. Non posso immaginare la casa senza di lui, ancora non mi rendo conto". Nonostante il grandissimo dolore il colonnello Di Napoli trova la forza per parlare. Per raccontare del figlio "entusiasta per la convocazione in nazionale e fiero di rappresentare l’Italia ai Mondiali". Era lì dal 9 luglio proprio per allenarsi con i compagni Azzurri: tre voli al giorno di 25 minuti con l’aliante viene portato a 1.200 metri e poi sganciato per disegnare fanstastiche acrobazie fino a scendere a 400 metri, circa tre minuti o poco più. "Sembra che si sia svolto tutto regolarmente finché l’aliante non si è posizionato per l’atterraggio – continua il padre –. Sembra che non abbia fatto l’ultima chiusura. Sono in corso le indagini e sarà fatta l’autopsia. La commissione d’inchiesta sta valutando. C’è da capire se ci sia stato un problema fisico per Giacomo o se si sia verificato un problema tecnico". Sono ore di angoscia per i familiari. Angoscia che non finirà con le risposte sulle cause della tragedia. Il vuoto per la perdita di Giacomo sarà incolmabile. I genitori aspettano la restituzione della salma per celebrare il funerale, che si terrà a Prato, nella chiesa di Sant’Agostino.

I due coniugi hanno vissuto a Prato fino al 2004, poi si sono trasferiti ad Agliana dove Giacomo è cresciuto. Un "ragazzo prodigio" che ha iniziato in anticipo le elementari, terminando prima del tempo tutti i percorsi scolastici. L’anno prossimo si sarebbe laureato in Psicologia. Ora resterà un simbolo d’impegno, di entusiasmo, di eccellenti risultati in tutto. Nato a Prato il 20 gennaio 2002, nel 2019 era stato premiato come pluripilota più giovane d’Europa (elicottero, aereo e aliante). Nell’ottobre scorso, a 19 anni, si era laureato campione italiano di acrobazia in aliante e l’anno precedente era stato vicecampione italiano. Nel 2021 anche l’amministrazione comunale di Agliana l’aveva premiato come eccellenza del territorio proprio come il più giovane pluripilota di volo sportivo di tutti i tempi nella storia europea, poiché a soli 17 anni aveva già conseguito tre brevetti: acrobazia in aliante, aereo ed elicottero.