Burocrazia sul caro estinto, anche le ceneri in attesa. Il caso a Prato

La rabbia di Luca Pagliai che da oltre due settimane aspetta il nulla osta per poter disperdere i resti del nonno. "Ritardi dal Comune inspiegabili"

L’odissea di un cittadino per poter disperdere le ceneri del nonno

L’odissea di un cittadino per poter disperdere le ceneri del nonno

Prato, 2 aprile 2023 – La burocrazia non guarda in faccia a nessuno. Né vivi né morti. Non importa se ad attendere il nulla osta sia un progetto di ampliamento del giardino o le ceneri del caro defunto, quando si parla di stampati, permessi e via libera tutto si complica. Ma la rabbia inevitabilmente sale quando c’è di mezzo un parente deceduto che non può avere la sepoltura che avrebbe voluto. Nel frattempo i parenti che vorrebbero regalare l’ultimo saluto al proprio caro esattamente come lui ha chiesto, si trovano impotenti in una eterna attesa che sfinisce. 

"Sto vivendo in prima persona un’esperienza a dir poco agghiacciante, per usare un eufemismo", spiega Luca Pagliai. "Mio nonno è deceduto lo scorso 15 marzo e, per sua volontà, come da testamento lasciato a noi familiari, è stato cremato al cimitero di Trespiano a Firenze, due giorni dopo, ossia il 17 marzo. Successivamente, per poter disperdere le sue ceneri sempre nel cimitero di Trespiano, siamo rimasti in attesa del nulla osta del Comune di Prato che, nonostante non sia stato coinvolto in prima persona in quei tristi giorni ha preteso il pagamento della tassa di dispersione pari a 130 euro, come da regolamento comunale. Tale nulla osta, ad oggi, non è ancora arrivato, non permettendo quindi a noi familiari di completare l’iter per la dispersione delle ceneri di mio nonno. La Pubblica Assistenza di Prato che ha curato il funerale si è più volte scusata con noi per tale situazione, pur non avendo alcuna colpa di ciò, mentre il Comune di Prato non ha ancora fornito una spiegazione di tale ritardo".

Giorno dopo giorno, sono passate quasi due settimane e le ceneri del nonno non hanno ancora potuto trovare pace, dimenticate dalla burocrazia e costrette all’interno dell’urna in attesa di poter essere disperse al vento.

"Permettetemi di esprimere il mio disgusto per questa vicenda, soprattutto alla luce della tassa di 130 euro pagata ad un Comune, quello di Prato, che non ha fatto niente per mio nonno, considerando che un forno crematorio non esiste nella nostra città e che, per questo motivo, ci siamo dovuti rivolgere a Firenze, oltre al mancato nulla osta non ancora giunto a noi familiari, peraltro senza un valido motivo", aggiunge Pagliai. "Manca, in questa vicenda, un senso di rispetto verso mio nonno e noi familiari da parte del Comune di Prato, evidentemente troppo impegnato su altre questioni per poter rilasciare un semplicissimo nulla osta così da permettere a mio nonno una dignitosa fine della sua vita terrena". 

Il dibattito sulla mancanza in città di un forno crematorio è una questione di cui si dibatte da anni: i progetti che nel tempo sono stati presentati hanno incontrato gli ostacoli delle associazioni contrarie all’impianto. L’ultima proposta è arrivata nel 2022 da parte delle Misericordia che aveva anche lanciato un sondaggio tra i propri iscritti. Intanto le famiglie pratesi sono costretti a rivolgersi fiori città: Pistoia o Firenze con tutti i disagi che ne consegue per poter cremare i propri cari.

Si.Bi.