Catena di solidarietà nel momento più buio. "Chi viene aiutato deve aiuti a sua volta"

I fondatori di Stremao: "Troppe richieste, chiediamo a chi riceve del bene di impegnarsi per altre persone". E in tanti accettano di mettersi in gioco

Mauro De Angelis e Francesca Squilloni dell'associazione Stremao

Mauro De Angelis e Francesca Squilloni dell'associazione Stremao

Prato, 30 settembre 2022 - "Una mano lava l’altra": è il principio che sta alla base dell’ultima iniziativa proposta da Stremao, l’associazione che si occupa di aiutare le persone in difficoltà economica. Il proverbio inteso nel suo senso più alto e nobile racchiude quello che le due anime di Stremao, Mauro De Angelis e Francesca Squilloni, chiedono alle persone che si rivolgono all’associazione, ossia dedicare un’ora al mese del proprio tempo per dare una mano agli altri. Il messaggio pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione seguita da 18.000 persone propone uno scambio tanto semplice quanto efficace: "Sapete che siamo contrari all’assistenzialismo, siamo un gruppo di volontari e non facciamo miracoli, ma chiediamo a chi viene a prendere la spesa di donare un’ora al mese del proprio tempo per aiutarci in sede. Oovviamente solo a chi non ha problemi di salute o cause invalidanti come età", scrivono Francesca e Mauro.

"Chiediamo di aiutarci a vicenda. Se consegniamo spesa e abbigliamento a una famiglia, quella stessa famiglia può aiutarci a preparare un altro pacco alimentare per chi verrà dopo". Così da creare una lunga catena di solidarietà in uno dei momenti più drammatici dal punto di vista economico. Un invito semplice, ma funzionale e che ha già raccolto diverse adesioni adesso che le necessità sono aumentate in maniera esponenziale. Sono circa 860 le famiglie seguite regolarmente dall’associazione di via Scarpettini: negli ultimi mesi, con l’aumento esorbitante delle bollette, si sono moltiplicate le richieste. Una decina ogni mese le persone che si affacciano per la prima volta a chiedere aiuto. Numeri che danno la misura della situazione drammatica e dell’autunno caldo sul quale ci affacciamo. "Questa ultima iniziativa è stata apprezzata da molti, le persone si sentono coinvolte e invece di entrare a testa bassa si avvicinano a chiedere aiuto con uno spirito diverso sapendo di entrare a far parte della squadra che aiuterà a sua volta altri", spiega de Angelis. "Prestando il proprio tempo le persone si sentono di svolgere un lavoro per il quale vengono ricompensati. E così accettare il pacco alimentare diventa più facile".

Sono passati sei anni da quando Stremao ha aperto i battenti. Da allora di tempo ne è passato, il gruppo nato con Facebook è diventata oggi una onlus molto più strutturata di allora. E le richieste di aiuto si sono moltiplicate tanto da rendere difficile aiutare tutti. "La cosa peggiore è fare una selezione delle famiglie bisognose, questo non vorremmo mai che accadesse, ma è davvero una situazione drammatica", aggiunge. "Credevamo che dopo il Covid sarebbe andata meglio. Tante persone con il lockdown hanno perso il lavoro e hanno avuto bisogno di aiuto, adesso i numeri sono addirittura in aumento". Alla porta bussano cittadini e famiglie di ogni età: "Vengono persone con figli che pur lavorando non riescono a far fronte alle necessità quotidiane. È davvero un grande dramma", aggiunge De Angelis. Anche Stremao, così come famiglie e imprese, soffre del caro energia e degli aumenti: "Generalmente acquistiamo mille euro di beni alimentari ogni mese", spiega il fondatore. "Prima riempivamo otto carrelli, adesso meno di cinque. Non so come faremo". Chi desidera aiutare l’associazione può consegnare pacchi alimentari con generi a lunga conservazione alla sede di via Scarpettini, 69 a Bagnolo.

Silvia Bini