REDAZIONE PRATO

Caso giudice di pace. Ministero condannato: "Deve rispondere sull’organico carente"

Vittoria dell’Ordine degli Avvocati che attende entro 30 giorni l’intervento del Guardasigilli sulla mancanza di personale negli uffici . Vizzini (Cgil): "Vittoria eccezionale. Ora è il turno della politica".

Caso giudice di pace. Ministero condannato: "Deve rispondere sull’organico carente"

Trenta giorni di tempo per esprimersi in merito alla carenza di organico al giudice di pace di Prato. Dove non sono arrivati gli appelli o le richieste istituzionali, ci è arrivata la stessa giustizia dopo due ricorsi degli avvocati pratesi, al Tar Toscana e al Consiglio di Stato. E’ stato proprio quest’ultimo a condannare il Ministero della Giustizia a rispondere entro 30 giorni all’Ordine degli Avvocati di Prato che, insieme alla Camera penale e civile, all’associazione giovani avvocati e a Assoutenti, avevano sollecitato il ministero a intervenire dopo la chiusura dell’ufficio decreti ingiuntivi al giudice di pace, disposta un anno fa dal presidente del tribunale Francesco Gratteri per "mancanza di personale". Il Consiglio di Stato ha accertato il "silenzio- inadempimento" del Ministero della Giustizia che non si è mai degnato di fornire risposte all’Ordine degli Avvocati, presieduto dall’avvocato Marco Barone, che chiedeva di intervenire sulla chiusura dell’ufficio al giudice di pace, rimasto con soli tre addetti (ora sono quattro) sui 15 previsti in organico.

L’Ordine ha presentato prima il ricorso al Tar, che lo ha rigettato, e poi si è rivolto al Consiglio di Stato – tramite lo studio dell’avvocato Bruno Campagni – ottenendo quanto meno la soddisfazione di avere una risposta in merito. "Il Ministero è obbligato a darci una risposta entro 30 giorni – ha detto Barone – Il provvedimento potrà anche essere negativo, ma comunque motivato. Questa sentenza rende dignità e giustizia al nostro operato". Il Consiglio di Stato è andato anche oltre con la sentenza legittimando l’operato degli avvocati pratesi, al contrario di quanto sostenuto dal Tar che aveva liquidato il ricorso sostenendo che l’Ordine non poteva occuparsi di questioni di "alta amministrazione". In realtà il Consiglio di Stato ha riconosciuto l’Ordine "presidio dell’interesse pubblico all’efficiente esercizio della giustizia". D’altrone dal chiusura dell’ufficio decreti ingiuntivi ha creato un disservizio in città che ha colpito non solo i professionisti ma i molti cittadini che avevano bisogno di ricorrere a quell’ufficio.

Adesso si attende la risposta del Guardasigilli che non potrà più esimersi dall’intervenire sulla spinosa situazione del giudice di pace di Prato.

"Una vittoria eccezionale frutto di un lavoro condiviso – ha detto Walter Vizzini, referente Fp Cgil che da anni occupa delle questioni del tribunale –. Ora è il turno della politica, si armi sfruttando questa ulteriore freccia che gli abbiamo fornito. Deve essere la politica a scoccarle in quanto il Ministero è si una pubblica amministrazione ma è comunque gestita dalla politica. La ’palla’ passa alla politica locale e ai parlamentari che rappresentano il nostro territorio. Sarà compito loro far sì che questo straordinario risultato, in punta di diritto, determini finalmente il tanto atteso e auspicato adeguamento delle piante organiche degli uffici giudiziari pratesi e una altrettanto adeguata implementazione di personale amministrativo".

Laura Natoli