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Case popolari, nuovi criteri E la graduatoria è in ritardo

L’eliminazione del vincolo dei 5 anni di residenza preoccupa Curcio (Lega). Ma a Prato valgono ancora le regole in vigore in occasione dell’ultimo bando

L’adeguamento della legge sulle case popolari in Toscana non dovrebbe portare a scossoni all’interno della graduatoria in fase di costituzione da parte del Comune di Prato. Con la nuova legge regionale, infatti, è venuto meno il vincolo dei cinque anni di residenza in Toscana per potere richiedere un alloggio in edilizia popolare. Limite che invece è stato previsto dal bando pubblicato nel mese di ottobre del 2020 dal Comune e chiuso lo scorso 23 febbraio. Secondo l’interpretazione data dagli uffici tecnici, la norma non è retroattiva e quindi si potrà continuare con le regole fissate dal vecchio bando. A chiedere spiegazioni è però il consigliere comunale leghista Marco Curcio. "Ho presentato un’interrogazione indirizzata al sindaco per capire se e quale impatto avrà l’adeguamento della legge per la nostra città", dice Curcio. "Dovremo mandare tutto a monte ripartendo da capo e ricalcolando i punteggi?". Per quanto riguarda le tempistiche di pubblicazione della graduatoria provvisoria, dal Comune spiegano che al momento sono state analizzate 300 domande sulle 1650 pervenute. "E’ un’attività lunga e complicata – sottolineano - nell’ambito della quale stiamo già effettuando i controlli sugli aventi diritto, così da non dovere effettuare verifiche e modifiche successive nelle graduatorie". Come annunciato nelle scorse settimane dall’assessore Luigi Biancalani, l’obiettivo è quello di pubblicare la graduatoria entro fine anno e di assegnare in tutto il 2022 fra i 150 e i 200 appartamenti popolari. Intanto Curcio non nasconde la preoccupazione per l’eliminazione del vincolo di residenza da cinque anni in Toscana per potere partecipare ai bandi sulle case popolari. "Ho seguito l’iter della legge molto da vicino, interloquendo anche con i nostri eletti in Regione", dice l’esponente del Carroccio. "Se vogliamo dirla tutta, la tempistica fa sì che le graduatorie per le case popolari di Prato non usciranno a breve. I tempi della burocrazia purtroppo sono lenti e tristemente noti a tutti. Quello che mi preoccupa di più è comunque l’abolizione del criterio della residenzialità: il timore è che anche a Prato possano arrivare richieste di occupare alloggi pubblici da parte di chi è residente in altre parti d’Italia. Già adesso scontiamo una carenza storica di alloggi, se poi diamo ospitalità anche a persone da fuori territorio la situazione non potrà che peggiorare ulteriormente".

Sdb