
Le prospettive più nere paventate all’inizio di ottobre, ben prima dell’arrivo della stagione fredda, si sono purtroppo concretizzate due mesi dopo con il distacco delle forniture dei primi condomini. Famiglie costrette al freddo per colpa di morosità altrui. Era stato ipotizzato che potesse succedere alla luce dei continui aumenti di luce e gas e purtroppo, con estrema puntualità, è successo davvero. Si tratta di alcuni condomini della zona del Soccorso tra via Ferrara, via Siena e via Padova dove la gran parte delle strutture ha contatori centralizzati. La fregatura sta nel fatto che in caso di morosità di un condomino, anche i cittadini virtuosi sono destinati al freddo oppure possono scegliere di accollarsi le spese delle famiglie che non riescono a far fronte alle bollette. Cosa non banale, visti i tempi che corrono con il caro energia e l’inflazione che galoppa.
"So che ci sono stati alcuni condomini della zona del Soccorso ai quali sono state staccate le forniture di gas", spiega Roberto Asaro, presidente Anaci Prato-Pistoia. "Il problema lo avevamo sollevato tempo fa e purtroppo si è verificato. La situazione attuale non è semplice e questi sono i risultati".
Come si possono difendere le famiglie? "Non ci sono molte strade – aggiunge Asaro –. Anche perché nel caso del riscaldamento centralizzato la bolletta è unica e se un solo condomino non paga le forniture restano tutti al freddo, il riscaldamento viene staccato a tutti. Inoltre le aziende fornitrici non sono più tolleranti come un tempo e quindi non c’è nemmeno un largo margine, quando le bollette non vengono saldate si rischia di restare al freddo velocemente. Per difendersi molti condomini creano un fondo cassa col quale far fronte ad eventuali spese extra, ma oggi è difficile anche accantonare soldi".
I rincari energetici stanno portando alcune famiglie, magari già in difficoltà economica, a lasciare indietro il pagamento delle bollette del gas e quando il debito si accumula, le aziende interrompono la fornitura. La riattivazione avviene solo col saldo delle bollette e spesso per arrivarci viene chiesto ai condomini di creare un fondo di riserva con cui sanare le mancanze, ovvero a chi ha sempre pagato viene chiesta un’ulteriore rata per sopperire alla mancanza di liquidità. I problemi sono reali e preoccupanti con famiglie al freddo, anziani e bambini in molti casi anche senza acqua calda, se è centralizzata anche la caldaia. Un problema destinato a replicarsi visto che le nuove costruzioni proprio per le normative sull’inquinamento, hanno d’obbligo impianti centralizzati e quindi un’unica bolletta che fa bene all’ambiente, ma non al portafogli di chi ha sempre pagato. Ogni famiglia ha un termostato per gestire in autonomia la temperatura interna all’appartamento e quindi può gestire la spesa, ma con la bolletta unica è costretta alle regole generali. Se qualcuno non paga, il distacco avviene per tutti.
E le cattive notizie non sono finite: la legge non consente più ai condomini di staccare le utenze per mettersi in proprio. Impossibile. "Anche se qualcuno volesse mettere impianti singoli il Comune non darebbe l’autorizzazione", aggiunge l’amministratore. "Oggi il 40% dei palazzi ha caldaie centralizzate, numero che è destinato salire perché le nuove costruzioni dovranno essere obbligatoriamente realizzate con impianti centralizzati".
Le rate sono salate e gli aumenti innescano un meccanismo che contribuisce a generare morosità: un condominio medio paga ogni tre mesi circa 300 euro, i palazzi più grandi con ascensore e autoclave arrivano anche a 700. Un salasso per le famiglie colpite da carovita.
Silvia Bini