Caro Curzio, ti racconto la beffa degli etruschi...

(segue dalla Prima)

...Che non bisogna farne una questione di campanile, ma io so che da questo punto di vista posso parlare con te senza essere fraintesa. Ora io a Prato non ci sono nemmeno nata, io son nata a piedi di Tizzana (altro luogo etruschissimo), e il babbo è di Firenze e la mamma è di Pistoia. Ma come te che avevi il babbo tedesco e la mamma milanese, posso dire di essere ben pratese. O comunque di tenerci alle cose di Prato. Perché, io per Prato un po’ ci sento. E mi dispiace, via. Perché ascolta, da quando hanno scoperto il sito archeologico scavando per fare l’Interporto nella zona di Gonfienti – che però non serve come interporto delle merci – questa zona archeologica se la sentono addosso come un ballino di cemento sul groppone! Gli pesa! Pensa tu: altri politici e amministratori avrebbero festeggiato, e invece loro non la vogliono proprio, non l’hanno mai voluta, perché devono rendere per sempre questa città contemporanea e sradicarne il passato, e perfino certe opere meravigliose del Rinascimento che sono in città...se non ci fossero, sarebbe meglio!

A Prato vorrebbero legare la cultura solo alla fabbrica, o comunque agli interessi del momento - in questo si traduce la loro passione artistica contemporanea - impostare insomma solo la “cultura del cencio” o similari che sforna l’attualità, l’unica che permette di continuare a costruire megacapannoni senza sentirsi in colpa per aver sommerso, e continuare a farlo, il bel prato e tutta la Piana di cemento. E pensa, tanto non gliene importa nulla, che una responsabile della Soprintendenza era addirittura arrivata a concepire copertura dell’area archeologica di Prato, sì sì, sotterrarla! (come hanno fatto per il decumano e sopra ci passano i TIR), perché costa troppo tenerla pulita. Diserbarla. E pure il museo etrusco era previsto lì accanto, a Villa Niccolini, c’era il progetto per un antiquarium proprio a Gonfienti, e questo avrebbe significato aumentarne le possibilità di apertura, nuovi scavi, visite, e ricchezza per la città e possibilità per il futuro. Ci sono interessi forti, e non solo l’Interporto di Prato, e non solo l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze Peretola. Vogliono ancora costruire e costruire, e proprio davanti dell’attuale ingresso dell’area archeologica. Al Museo Etrusco di Campi - che loro colpevolmente hanno chiamato di Gonfienti pensando di metterci sulla questione una pietra tombale, ma per noi non lo sarà mai! - dove saranno esposti i reperti etruschi trovati a Prato, alla fine andranno a visitarlo solo quattro gatti proprio perché è decontestualizzato e, seppure in linea d’area vicino, di fatto ben lontano. A piedi, pista ciclopedonabile sul Bisenzio, ci vogliono 40 minuti. Con la macchina...buona fortuna! E ribadisco, l’hanno fatto apposta, per sminuire l’importanza della scoperta archeologica di Prato, per cui hanno stabilito solo un destino, e soprattutto con l’obbiettivo di deviarne l’attenzione...Visto che grazie all’insistenza di alcuni cittadini, il sito non l’hanno potuto del tutto far passare nel dimenticatoio! E se si scavasse ancora, chissà cosa si troverebbe. Noi avremmo voluto, e questa sì sarebbe stata una rivoluzione culturale! - la creazione di un Parco Archeologico, includendo anche la zona della Calvana, questa montagna di Prato che anche lei aspetta di essere ri-conosciuta, piena di ignorate ricchezze del passato e di bellezze naturali! Sai, non è come a Pistoia che la montagna entra in città e la caratterizza e quindi ne parla; qui è la città che è entrata nella montagna e l’ha modificata: la Valbisenzio che cos’è se non una continuazione di Prato e delle sue fabbriche? A Prato la montagna è annullata. Ma dimmi, quanti saccheggi ha subito questa città stesa sul Bisenzio prima e dopo dal grande che ebbe nel 1512 a opera degli spagnoli per ordine del Papato e dei Medici (allora la stessa cosa)? Tu sai tutto, lo so. E so anche che non puoi fare molto. Una cosa sì, però la puoi fare, da lassù dove stai sepolto: buttare finalmente un bello sputazzo sulla testa di questi nostri piccoli amministratori. Ma grosso, eh, buttaglielo grosso.

Maila Ermini

(attrice e drammaturga)