REDAZIONE PRATO

Carcere Dogaia: emergenza suicidi e aggressioni, si cercano soluzioni

La commissione consiliare 5 indaga sulle difficili condizioni di vita nel carcere Dogaia, tra suicidi e aggressioni.

Il sopralluogo al carcere della Dogaia della commissione 5 sociale

Il sopralluogo al carcere della Dogaia della commissione 5 sociale

Da tempo il carcere vive in una situazione difficile, sia per i detenuti ma anche per gli agenti di polizia penitenziaria costretti a vivere e lavorare in condizioni estreme. Solo nel 2024 sono avvenuti quattro suicidi e oltre 80 aggressioni certificate. A novembre un consiglio comunale straordinario per discutere delle condizioni di vivibilità della struttura al quale aveva fatto seguito un sopralluogo degli ispettori inviati da Roma.

Ora anche la commissione consiliare 5, presieduta da Rosanna Sciumbata consigliera della lista civica a sostegno di Ilaria Bugetti, ha acceso i riflettori sulla Dogaia. Ieri mattina si è svolto il sopralluogo dei commissari-consiglieri che hanno potuto vedere di persona le condizioni in cui vivono i detenuti e lavorano gli agenti di polizia penitenziaria. La relazione sullo stato dell’arte è stata presentata dal direttore Vincenzo Tedeschi.

"Sono soddisfatta del lavoro che abbiamo svolto con la commissione 5 perché devo ammettere che c’è stata una grande unità di intenti tra maggioranza e opposizione - spiega Sciumbata -. Tutti abbiamo condiviso la necessità di continuare con un percorso di attenzione e impegno per migliorare le condizioni dei detenuti e degli agenti. Se ci sono suicidi significa che ci sono problemi, non ci si può nascondere".

Il sopralluogo si è svolto anche nella sala cinema ristrutturata di recente, nella biblioteca e nella sala teatro: "Devo ammettere che sono ambienti importanti per aiutare chi deve scontare una pena - aggiunge la presidente - ma abbiamo constato che non ci sono cooperative o volontari presenti in modo costante che possano realizzare dei progetti e quindi aiutare nel concreto chi si trova a vivere in carcere. Da tempo si sono ridotti anche i finanziamenti comunali e regionali che davano un aiuto nella realizzazione delle attività".

Concorde la consigliera di Forza Italia, Rita Pieri: "Se all’interno del carcere si verificano suicidi significa che ci sono delle situazioni che vanno controllate e delle persone da aiutare - interviene -. Mancano anche le cose di prima necessità, i progetti che venivano gestiti da cooperative sono ridotti così come non c’è un coordinamento per l’assistenza sanitaria. C’è anche un problema degli operatori che vanno all’interno della casa circondariale e che hanno necessità di sentirsi sicuri, ma per questo serve personale. È stata anche avanzata l’ipotesi di controllare da remoto con un sistema di telecamere le attività che si svolgono all’interno. L’impegno massimo della commissione è affinché siano migliorare la condizioni di vita all’interno del carcere con tutte le azioni possibili".

La Regione di recente ha stanziato 320mila euro per il sistema carcerario toscano: "Declinare questa possibilità in attività - aveva detto Marco Martini, consigliere regionale - con un bando che a breve uscirà per dare disponibilità al territorio: alle cooperative, società, associazioni per lavorare sul sosteno con attività che possono essere svolte all’interno del carcere".

"L’impegno è massimo - aggiunge Sciumbata - abbiamo deciso di convocare la garante dei diritti dei detenuti oltre ad un impegno costante per capire come agire in modo concreto per migliorare la situazione del carcere pratese".