REDAZIONE PRATO

Caos Compro oro, dietrofront: i gioielli tornano sotto sequestro

La Procura dispone un nuovo provvedimento dopo lo stop del tribunale del Riesame

Intervento della polizia

Prato, 28 settembre 2019 - Un grande «pasticcio» si è scatenato intorno ai gioielli in visione in Questura, ritenuti provento di attività illecite, messi a disposizione dei cittadini dopo essere stati sequestrati in un Compro Oro in zona San Paolo. Il provvedimento era stato annullato appena due giorni fa dal Riesame su richiesta dei legali del titolare del Compro Oro, un italiano di 60 anni, che rivendicava la proprietà dopo averli «regolarmente acquistati».

La procura, però, ha disposto un nuovo sequestro probatorio il giorno successivo bloccando di fatto i gioielli ancora in Questura. E’ il colpo di scena arrivato ieri dopo che il Riesame aveva disposto che i beni (850 grammi di monili in oro e 570 di oggetti in argento) dovessero tornare nelle disponibilità del titolare del Compro Oro a cui erano stati sequestrati dalla polizia il 5 luglio nell’ambito di un vasto servizio di prevenzione contro furti, scippi e rapine. Il titolare del Compro Oro, assistito dagli avvocati Alessio Bracali e Ivan Esposito, è indagato per incauto acquisto e ricettazione e gli è stata ritirata la licenza mentre l’attività è stata sospesa.

Dopo il nuovo blocco dei gioielli disposto dal pm, la Questura ha quindi fatto sapere che gli oggetti sono tutt’ora visionabili per chi voglia rintracciare una collana o un anello rubato. L’interessato deve presentarsi negli uffici della polizia con la denuncia sporta subito dopo il furto e deve dimostrare che quell’oggetto è suo. Il gioiello, però, non viene restituito in automatico: devono essere fatte ulteriori indagini per stabilirne la legittima proprietà. Gli investigatori devono verificare che quell’oggetto sia stato rubato e rivenduto nel Compro Oro di San Paolo nei giorni successivi al furto. In questi casi solo l’autorità giudiziaria può disporre il dissequestro.

Il Riesame aveva annullato il provvedimento della procura facendo riferimento alla «non corretta motivazione» del sequestro ed entrando nel merito della questione sostenendo che non vi fosse il fumus del reato. Il pm ha così riscritto le motivazioni bloccando il tutto. «Presenteremo a breve una nuova richiesta al tribunale del Riesame – ha annunciato l’avvocato Bracali – e una volta fissata l’udienza ci presenteremo per la discussione dell’udienza». Nel frattempo se qualcuno volesse sapere che fine ha fatto il proprio anello nuziale rubato o una collana a cui era particolarmente affezionato, potrà andare in Questura senza però poterli, nel caso, ritirare.