Fumata nera anche ieri sera. La direzione convocata per le 21 nella sede del Pd è stata disertata dai componenti che fanno riferimento al sindaco Biffoni, dopo una giornata di tensioni, che fino all’ultimo hanno tenuto in bilico la situazione. Motivo di questa ulteriore spaccatura è il ruolo del possibile vice sindaco: sembrava quasi fatto l’accordo sulla candidata sindaco, ovvero la consigliera regionale Ilaria Bugetti, ma sul suo potenziale braccio destro si è creata una distanza tutta da colmare fra i biffoniani da una parte e il segretario Marco Biagioni con il deputato Marco Furfaro dall’altra. I primi sostengono l’attuale vicesindaco Simone Faggi, sottolineando la sua competenza ed esperienza della macchina amministrativa, nel segno di una continuità con gli ultimi dieci anni di governo. I secondi invece puntano sulle nuove leve del partito, uscite vittoriose dal congresso provinciale e dalle primarie con il sostegno a Schlein. A complicare le cose, oltre alle difficoltà nel trovare un nuovo equilibrio di ruoli e poteri dopo dieci anni di giunte Biffoni, c’è anche il fatto che sia Bugetti che Faggi sostengono invece Bonaccini. A nulla sono valsi tentativi di mediazione messi in campo anche dal segretario regionale Emiliano Fossi. La posizione di Biffoni e dei suoi è stata netta: niente accordo sull’ipotesi di ticket, niente direzione.
Direzione che però si è riunita, con ampio ritardo sull’orario programmato, ma con un ordine del giorno diverso: il quadro delle alleanze, il cosiddetto campo largo con M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa. Laconiche e di circostanza le uniche parole ufficiali del Pd (la segreteria) ieri sera: "Non c’è alcun ticket o alcun pacchetto di candidati discussi con nessuno e in nessuna sede del partito. Il Pd si confronta e si confronterà fino a quando servirà e presenterà ai pratesi la proposta più forte per vincere le elezioni e governare bene". La realtà è però un’altra. E’ anche vero che nessuno può permettersi una frattura così clamorosa e che le diplomazie sono al lavoro per trovare una soluzione. E’ sopratutto vero che da mesi si cerca una quadratura del cerchio e non si trova: dallo stallo alla messicana, alla novella dello stento, il Pd rischia ora di finire nello psicodramma. "Sono pazzi a non aver ancora chiuso", il commento più ricorrente fra i simpatizzanti del Pd.
Non è certo la prima volta che il centrosinistra si divide sulla scelta del candidato sindaco. Fra il 1998 e il 1999 per la successione a Fabrizio Mattei fu grande la battaglia fra l’allora segretario dei Ds Gianni Del Vecchio e il leader del Margherita Antonello Giacomelli, negli anni successivi diventato parlamentare e sottosegretario, oggi influente commissario di Agcom. Durò mesi e finì con un terzo nome, dopo che i Ds pratesi respinsero la proposta di candidare Andrea Lulli fatta da Piero Fassino, ai tempi segretario nazionale, e dopo l’idea di primarie fra Adriano Benigni e Daniele Panerati, all’epoca presidenti di Asmiu e Consiag. Finì con Claudio Martini, presidente della Regione, che designò Marco Romagnoli: l’economista dirigente della Regione venne eletto, ma non riconfermato cinque anni dopo, perché c’era ancora del fuoco sotto la cenere di quelle divisioni. Nel 2009 il Pd decise di affidarsi alle primarie: l’ex assessore Massimo Carlesi, prematuramemte scomparso un anno fa, sconfisse a sorpresa il presidente del Consiag Paolo Abati sostenuto da buona parte della classe dirigente del partito. Non vinse però le elezioni contro Roberto Cenni, che diventò il primo sindaco sostenuto dal centrodestra nella storia di Prato. Ancora del fuoco sotto la cenere, probabilmente.
Nel 2014 l’urgenza di riconquistare la città spinse Matteo Renzi, allora all’apice del potere e del successo, a chiedere a Matteo Biffoni di lasciare in fretta e furia il suo posto in Parlamento e di scendere in campo. La vittoria fu schiacciante. Cinque anni dopo la riconferma, ma al ballotaggio, contro Daniele Spada voluto dalla Lega. Così siamo arrivati ad oggi: un accordo e un candidato sindaco ancora non c’è. Il centrodestra ha scelto il suo quasi un mese e mezzo fa: Gianni Cenni di Fratelli d’Italia, il parito che alle ultime politiche ha battuto il Pd anche qui. Biagioni ieri notte ha annunciato per oggi alle 18 la direzione decisiva. Si vedrà.
Anna Beltrame