
Di fronte a una malattia capita di demoralizzarsi e di mollare. E invece Sauro Ciarnese, campione di tiro al volo, fossa olimpica, ha saputo reagire e trarre il meglio anche da questa esperienza della propria vita. Una patologia, infatti, ne ha limitato temporaneamente le possibilità di spostamento, ma lui non ne ha voluto sapere di rinunciare alla propria passione sportiva. E così, in attesa della guarigione, spinto anche dall’affetto di decine di persone che lo stimano nel mondo del tiro a volo, ha ottenuto l’abilitazione per partecipare alle competizioni di para-trap, e nello specifico al campionato nazionale riservato ai tiratori con disabilità fisica.
Sulle pedane del Tav Laterina, in provincia di Arezzo, Ciarnese ha chiuso al secondo posto le qualificazioni con 102125, e poi ha conquistato l’argento nazionale in finale con 3750 dietro solo di tre colpi rispetto al favoritissimo campione Oreste Lai, portacolori delle Fiamme Oro. Al di là dell’aspetto sportivo, con un risultato di assoluto rilievo ottenuto dall’esponente della Croce d’Oro di Prato, il vero insegnamento tratto da questa esperienza per Ciarnese è stato quello di comprendere come si possa praticare sport nonostante una disabilità fisica. "Questa è stata un’esperienza che mi ha segnato nel profondo come persona", racconta Ciarnese. "Mi ha dato la possibilità di capire che lo sport va oltre la questione fisica e la prestanza atletica. Ho compreso le difficoltà che i disabili vivono nella quotidianità, ma ho anche visto con i miei occhi che non ci sono barriere per il loro accesso alla pratica sportiva. Sulla mia strada ho trovato solo persone pronte ad aiutarmi e a farmi superare ogni remora iniziale. Per me era quasi impensabile provare a sparare da una sedia a rotelle e invece la sensazione è stata incredibile".
Ciarnese sulla base della propria esperienza personale vuole mandare un messaggio soprattutto ai più giovani. "In tanti hanno paura ad avvicinarsi allo sport paralimpico perché temono di non essere all’altezza della disciplina o di essere vittima di pregiudizi", sottolinea Ciarnese. "E invece lo sport è alla portata di tutti, nessuno escluso. Sparare in sedia a rotelle è stata un’esperienza ancora più emozionante di farlo in piedi. Quella sportiva può essere davvero un’avventura bellissima, che io personalmente voglio continuare a portare avanti sia come atleta che come promotore". Da qui l’invito a mettersi in contatto con lui o col comitato paralimpico territoriale o regionale.
"Ho provato sulla mia pelle che anche da una sedia a rotelle ci si possono togliere importanti soddisfazioni", conclude Ciarnese. "E che la disabilità, temporanea o permanente, non rappresenta un limite alla pratica sportiva, e anzi può essere qualcosa di ancora più speciale. Quindi chi vuole provare a tirare al volo, ma finora non ne ha mai avuto il coraggio, mi chiami pure. Vivrà un’esperienza bellissima". Va ricordato che Ciarnese è stato fondamentale anche per la crescita sportiva di Daniele Cassiani, il campione di para-archery che ha centrato anche il record del mondo. Si sono conosciuti facendo i volontari in Croce d’Oro a Prato e si sono aiutati a vicenda nelle rispettive discipline. "Daniele si è già dimostrato fra i più forti al mondo nella sua disciplina – conclude Ciarnese -. Questa esperienza mi ha fatto comprendere ancora meglio cosa significhi praticare sport dovendo confrontarsi con una disabilità".
Stefano De Biase