
Durante i mesi più duri della pandemia, quando le condizioni sanitarie imponevano di stare chiusi in casa, a Montemurlo è nato il gruppo Facebook ’Cacciatori Giovani’, fondato da tre giovani montemurlesi Emanuele Rossi, Davide Donnini e Alberto Cecchi, appassionati di caccia e di tutto ciò che ruota intorno al mondo venatorio sotto il segno del rispetto delle regole e dell’ambiente.
Un gruppo che in pochi mesi ha riunito oltre 11.000 iscritti, giovani di tutta Italia appassionati di caccia che periodicamente si incontrano, in giro per la Toscana, per partecipare a eventi sportivi di tiro a volo, tiro alle sagome e tanto altro ancora. Momenti di divertimento e socialità che i fondatori del gruppo hanno subito voluto abbinare alla solidarietà verso il prossimo. Durante ogni iniziativa, dunque, vengono raccolte delle piccole somme da donare in beneficenza. L’ultimo donazione in ordine di tempo fatta dal gruppo ’Cacciatori Giovani’ coinvolge direttamente il Comune di Montemurlo e in particolare il progetto Vela che si occupa del sostegno delle famiglie indigenti attraverso il sostegno alimentare e il pagamento delle utenze.
I Cacciatori Giovani hanno fatto una donazione di 500 euro per sostenere le attività del progetto Vela, che ogni anno sostiene oltre 100 famiglie montemurlesi in difficoltà economica. Del progetto, oltre all’amministrazione comunale, fanno parte l’associazione San Vincenzo De’ Paoli di Montemurlo e la Caritas di Oste. "Si tratta di una bellissima iniziativa che speriamo che tanti altri vorranno seguire - commenta l’assessore alle politiche sociali Alberto Fanti –. Un gesto lodevole di solidarietà e vicinanza verso chi sta attraversando un momento di difficoltà che fa onore a tutti i componenti del gruppo e soprattutto ai fondatori".
Una bella idea che unisce il divertimento al sociale quanto mai oggi minato dalla pandemia. Le ultime ’vittime’ solo in ordine di tempo del Covid, sono una famiglia di cinque persone, due genitori con tre figli piccoli, sui quali pesa uno sfratto esecutivo. "Purtroppo mio marito durante la pandemia ha perso il lavoro come pizzaiolo e da allora non siamo più riusciti a pagare l’affitto", dice la moglie. "Adesso sta svolgendo lavoretti come muratore, ma con tre figli piccoli da mantenere è molto dura. Non ci sono case popolari a disposizione né il Comune è riuscito a trovare una soluzione alla nostra situazione. Non sappiamo dove andare, dormiremo in auto". Lo sfratto è stato rimandato di dieci giorni, ma sono poche le speranze per la famiglia di trovare un alloggio in così poco tempo.
Silvia Bini